La casistica accertata dagli agenti della Polizia Civile dice che è più frequente riscontrare violazioni in bar e ristoranti, di varia natura: si va dalla poca pulizia degli ambienti e delle attrezzature utilizzate alla cattiva conservazione degli alimenti, che possono essere scaduti o deteriorati. 306 le infrazioni accertate nel 2003, su 181 ispezioni effettuate: 48 i fermi cautelativi di alimenti. Non è infrequente che più di un’infrazione possa coesistere in uno stesso esercizio commerciale, ed ecco perché il numero delle violazioni è superiore a quello delle ispezioni: quando gli agenti si presentano a sorpresa in un esercizio infatti, possono trovare uno o più dipendenti privi del libretto sanitario, commistione di alimenti che invece dovrebbero essere conservati ben separati tra loro, ma anche la mancata esposizione della licenza. La legge che a San Marino disciplina l’igiene di alimenti e bevande è dettagliata, obbliga ad esempio a tenere ben distinte le zone di produzione e lavorazione degli alimenti da quelle di vendita e somministrazione. Obbliga il personale addetto ad indossare durante il lavoro tute e sopravvesti di colore chiaro, e copricapo idoneo a contenere la capigliatura. Curioso, a tal proposito, che gli agenti della Polizia Civile, per loro stessa ammissione, incontrino difficoltà a convincere le donne ad indossare il classico berretto da lavoro il venerdì e il sabato, quando magari si sono recate dal parrucchiere e non hanno intenzione di rovinarsi la chioma. In generale, sostengono gli uomini agli ordini del Comandante Gabriele Gattei, la clientela sammarinese non deve preoccuparsi più di tanto e da parte loro serve un minimo di accortezza, ad esempio controllando sempre la data di scadenza del prodotto che si sta per acquistare.
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