Il dottor Gabriele Rinaldi, direttore dell'Authority sanitaria dell'Iss, aggiorna sulla situazione Covid-19 a San Marino. Si registra un triste dato: sono sei i nuovi decessi, una donna e cinque maschi. Complessivamente sono 20 i decessi dall'inizio del contagio. Nove i nuovi casi nelle ultime 24 ore, due le dimissioni. Secondo i dati forniti, sono 62 i ricoverati in ospedale, di cui 12 in rianimazione, mentre 74 sono a domicilio. 11 i tamponi in attesa di riscontro. Le quarantene attive sono 390: 18 quelle dei sanitari, due delle forze dell'ordine. “Noi – ribadisce il dottor Rinaldi - abbiamo sempre classificato un decesso da Covid-19, anche se erano in corso gravi malattie. Casi in cui il Coronavirus può aver accelerato lo scompenso. E non tutti fanno così”.
Nella seconda parte, interviene il Segretario di Stato alla Sanità, Roberto Ciavatta. “Siamo in stretto contatto con la provincia di Rimini e la regione Emilia-Romagna”, afferma. Secondo la circolare adottata ieri dalla Regione, ci sono tentativi di chiudere alcune strade interne per convogliare il traffico nelle direttrici principali. “Anche San Marino – anticipa Ciavatta - sta ragionando di chiudere alcuni varchi, sempre di comune accordo con le regioni limitrofi, per controllare il traffico in entrata della Repubblica”. Tutte le misure adottate da Rimini e Regione sulle attività produttive – rimarca il Segretario - sono meno restrittive rispetto a quelle adottate a San Marino. Chiudere tutto come in Cina? Wuhan poteva essere chiusa, ha riferito Ciavatta, perché “il resto del Paese lavorava per le persone che erano chiuse in quarantene”. “L'orizzonte di emergenza – argomenta il Segretario alla Sanità - sarà più lungo probabilmente di un paio di settimane”.
“Ad oggi – prosegue Rinaldi - non ci sono limitazioni sia per il materiale per eseguire il tampone, né per i reagenti. Per un breve periodo, si sono allungati i tempi di refertazione. Intanto si sta lavorando per essere autonomi. Questo potrebbe aiutare anche i nostri vicini”. Alla domanda relativa ad uno studio cinese in cui si mette in correlazione il gruppo sanguigno con una maggiore esposizione al rischio di contagio, il dottor Rinaldi ha risposto che è una delle tantissime variabili che potranno essere studiate in futuro. “L'importante – sottolinea - è che in nome di questi dati non si allentino le regole di prossimità. Bisogna continuare a difendersi nel miglior modo possibile per sé e per gli altri”.
Nel video l'intervista a Gabriele Rinaldi
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