Poco dopo le 14, il primo lancio dell’ Ansa. Pm Catanzaro: why not, effettuate nuove perquisizioni. In un passaggio, il dispaccio di agenzia, riferisce testualmente: “un’attività investigativa sarebbe in corso anche nella Repubblica di San Marino, dove, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe finita parte dei finanziamenti di cui si sarebbero impossessate le persone coinvolte nell’inchiesta”. A metà pomeriggio sul sito internet dell’agenzia Adnkronos, appare il titolo: “why not” perquisiszioni a Roma e San Marino”. A San Marino – scrive l’Adnkronos - sarebbe finito nel mirino un istituto di credito”.
Poco dopo anche il televideo Rai rilancia la notizia, accorpando quanto già divulgato dall’Ansa e dall’Adnkronos. Ma a San Marino, le autorità preposte, di tutto questo non ne sanno nulla. Come noto, quando una procura italiana, desidera indagare a San Marino è tenuta ad inviare una rogatoria. Direttamente al tribunale o, mediante il Ministero di Grazia e Giustizia, alla Segreteria di Stato agli Affari Esteri. Interpellato a tal proposito, il Segretario di Stato agli Affari Esteri Fiorenzo Stolfi, ci ha dichiarato: “I canali di arrivo sono più di uno. Per quel che mi riguarda posso sicuramente affermare che alla Segreteria di Stato agli Esteri non è arrivato niente”. Non sarebbe arrivato nulla neppure al tribunale sammarinese. Questo non esclude certo che una rogatoria su “why not” possa essere stata già inviata e magari arrivi a breve. Ma al momento, sull’ipotizzato coinvolgimento di San Marino nell’inchiesta che sta tenendo banco oltre confine, sul Titano nessuno ne sa niente, anzi si smentisce.
“Nessuna perquisizione è in atto in banche sammarinesi” affermano i vertici della Banca Centrale. E il Segretario di Stato alle Finanze Stefano Macina, interpellato su quanto divulgato in queste ore dalla stampa italiana, dichiara: “ Non ne so nulla. La sensazione è che siano informazioni destituite di ogni fondamento”. Nel tardo pomeriggio, infine, un’altra notizia diffusa dall’Ansa, sulla vicenda “why not”.
Tursi Prato, interrogato dal Pm De Magistris, lo scorso 11 ottobre, come persona informata dei fatti dichiara di non sapere nulla di un comitato d’affari o di una loggia di San Marino.
Poco dopo anche il televideo Rai rilancia la notizia, accorpando quanto già divulgato dall’Ansa e dall’Adnkronos. Ma a San Marino, le autorità preposte, di tutto questo non ne sanno nulla. Come noto, quando una procura italiana, desidera indagare a San Marino è tenuta ad inviare una rogatoria. Direttamente al tribunale o, mediante il Ministero di Grazia e Giustizia, alla Segreteria di Stato agli Affari Esteri. Interpellato a tal proposito, il Segretario di Stato agli Affari Esteri Fiorenzo Stolfi, ci ha dichiarato: “I canali di arrivo sono più di uno. Per quel che mi riguarda posso sicuramente affermare che alla Segreteria di Stato agli Esteri non è arrivato niente”. Non sarebbe arrivato nulla neppure al tribunale sammarinese. Questo non esclude certo che una rogatoria su “why not” possa essere stata già inviata e magari arrivi a breve. Ma al momento, sull’ipotizzato coinvolgimento di San Marino nell’inchiesta che sta tenendo banco oltre confine, sul Titano nessuno ne sa niente, anzi si smentisce.
“Nessuna perquisizione è in atto in banche sammarinesi” affermano i vertici della Banca Centrale. E il Segretario di Stato alle Finanze Stefano Macina, interpellato su quanto divulgato in queste ore dalla stampa italiana, dichiara: “ Non ne so nulla. La sensazione è che siano informazioni destituite di ogni fondamento”. Nel tardo pomeriggio, infine, un’altra notizia diffusa dall’Ansa, sulla vicenda “why not”.
Tursi Prato, interrogato dal Pm De Magistris, lo scorso 11 ottobre, come persona informata dei fatti dichiara di non sapere nulla di un comitato d’affari o di una loggia di San Marino.
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