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Dal genocidio di Srebrenica agli orrori in Ucraina, Chiaruzzi: "La Russia lascia dietro di sé crimini di guerra"

16 lug 2022
Sentiamo Michele Chiaruzzi
Sentiamo Michele Chiaruzzi

Nella settimana del 27° anniversario del genocidio di Srebrenica, che cade ogni anno l'11 luglio, inevitabile il parallelismo con la guerra in Ucraina e l'orrore di Bucha. Ricorre oggi come allora il tema delle responsabilità internazionali. Perché si stenta a trovare una lettura comune di ciò che accade? "Perché - spiega Michele Chiaruzzi - il tema del genocidio è stato finora strumentalizzato dal regime russo. tanto che una delle giustificazioni di Putin alla guerra di aggressione, di conquista, è stata quella di evitare un genocidio in Donbass. Ma secondo la corte internazionale di giustizia, che si è espressa il 16 marzo scorso, non c'era in atto alcun genocidio nei confronti di alcuna popolazione. Allora ciò che colpisce è come la memoria di un vero genocidio, quello di Srebrenica, sia ribaltata nella condotta di guerra di una potenza che invece lascia dietro di sé, ripercorrendo le tappe forzate degli orrori della guerra, dei veri e propri crimini di guerra che tutti si augurano non ripiombano nell'orrore che abbiamo conosciuto in Bosnia". 

In questi giorni proprio a Srebrenica in qualità di Ambasciatore di San Marino in Bosnia-Erzegovina, Chiaruzzi testimonia come a distanza di 27 anni quei misfatti siano "tuttora momento di memoria civica per la comunità internazionale e l'Europa tutto”. "E' il ricordo di tante storie di resistenza e di lotta contro quell'orrore, - aggiunge - storie personali di uomini e donne che sono riusciti a resistere alla follia della condotta dei massacratori  e che hanno lottato tutta a vita per mantenere vivo il ricordo di quei misfatti e di coloro che a questi si sono opposti in nome dell'umanità comune. E del fatto che anche in guerra - per quanto sia orribile ricordarlo - esistano delle regole che proteggono almeno i civili, i non combattenti"

Guarda l'intervista a Michele Chiaruzzi, Ambasciatore di San Marino in Bosnia-Erzegovina.






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