La Direzione investigativa Antimafia compie 25 anni e celebra l'anniversario nella sala Koch del Senato: ammontano a quasi 30 miliardi di euro i beni sequestrati alle mafie.
La Dia nacque tra mille perplessità, ha ricordato Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, per il quale “all'inizio non mancarono resistenze al fatto che la Dia ricevesse informazioni dalle forze di polizia, eppure si è affermata come protagonista di importanti indagini contro la criminalità organizzata”.
I numeri, sottolineati anche dal presidente del Senato Grasso, già a capo della Dna, dicono che in 25 anni la Dia ha sequestrato beni pari a quasi 30 miliardi di euro e arrestato oltre 10mila persone appartenenti alle mafie. Per il ministro Alfano è il simbolo di quella che chiama “squadra Stato”.
“25 anni di successi ma anche di difficoltà – ha raccontato il direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla – Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, nostri padri fondatori, ci hanno lasciato come importante eredità il loro esempio e metodo di lavoro: la mafia non può essere affrontata con illusoria semplificazione, ma è necessario cogliere i nessi fra fatti apparentemente slegati”.
Francesca Biliotti
Nel servizio l'intervento di Angelino Alfano ministro dell'Interno
La Dia nacque tra mille perplessità, ha ricordato Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, per il quale “all'inizio non mancarono resistenze al fatto che la Dia ricevesse informazioni dalle forze di polizia, eppure si è affermata come protagonista di importanti indagini contro la criminalità organizzata”.
I numeri, sottolineati anche dal presidente del Senato Grasso, già a capo della Dna, dicono che in 25 anni la Dia ha sequestrato beni pari a quasi 30 miliardi di euro e arrestato oltre 10mila persone appartenenti alle mafie. Per il ministro Alfano è il simbolo di quella che chiama “squadra Stato”.
“25 anni di successi ma anche di difficoltà – ha raccontato il direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla – Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, nostri padri fondatori, ci hanno lasciato come importante eredità il loro esempio e metodo di lavoro: la mafia non può essere affrontata con illusoria semplificazione, ma è necessario cogliere i nessi fra fatti apparentemente slegati”.
Francesca Biliotti
Nel servizio l'intervento di Angelino Alfano ministro dell'Interno
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