Ogni ricordo è appesantito dal dolore ma Virginia Manaresi risponde fino all'ultima domanda. Senza nasconde lo sforzo di portare il suo vissuto di fatica davanti ai ragazzi di terza media di fonte dell'Ovo. Per gli studenti una testimonianza di vita che diventa lezione di storia quella della 93enne partigiana imolese, deportata come prigioniera politica nel lager di Bolzano.
A quei ragazzi nati quasi sessant'anni dopo i fatti che ha vissuto, Virginia racconta con particolari ironici tutto il quotidiano che ruotava attorno alla violenza degli interrogatori, ai maltrattamenti, alle privazioni ed alla fame.
Proprio il pensare positivo ha salvato la donna che poi non è più riuscita a piangere. Fa pensare il fatto che più delle botte e della fame pesino nel ricordo quei gesti di piccolezza machista, che umiliavano il suo impegno politico e il suo essere donna.
Nel video l'intervista a Virginia Manaresi e le impressioni di alcuni ragazzi
A quei ragazzi nati quasi sessant'anni dopo i fatti che ha vissuto, Virginia racconta con particolari ironici tutto il quotidiano che ruotava attorno alla violenza degli interrogatori, ai maltrattamenti, alle privazioni ed alla fame.
Proprio il pensare positivo ha salvato la donna che poi non è più riuscita a piangere. Fa pensare il fatto che più delle botte e della fame pesino nel ricordo quei gesti di piccolezza machista, che umiliavano il suo impegno politico e il suo essere donna.
Nel video l'intervista a Virginia Manaresi e le impressioni di alcuni ragazzi
Riproduzione riservata ©