Truffa, riciclaggio, esercizio abusivo dell’attività bancaria, ma non associazione o concorso esterno in associazione camorristica. Eppure Flavio Pelliccioni è in carcere ad Avellino, da oltre 4 mesi per l’indagine “Il Principe e la Ballerina” e il suo avvocato Alessandro Petrillo intende chiederne la scarcerazione. Lo farà probabilmente domani dopo il nuovo interrogatorio di fronte al Pm della Dda di Napoli Francesco Curcio . Il Tribunale della libertà aveva già ravvisato, mesi fa, l’estraneità del sammarinese ai reati di matrice camorristica e quindi – sottolinea Petrillo – il quadro giudiziario si è clamorosamente ridimensionato.
Pelliccioni nei primi mesi del 2007 aveva creato una falsa fidejussione da 8 milioni di euro, utilizzata dall’imprenditore vicino ai Casalesi, Nicola Di Caterino, per ottenere dall’Unicredit un finanziamento da 5 milioni. Finanziamento che – stando all’accusa – sarebbe stato erogato anche dietro pressioni del parlamentare Pdl Nicola Cosentino. Pelliccioni, dunque, ha truffato ma non sapeva – a suo dire – che le vittime del suo raggiro fossero dei camorristi. Ora spera di uscire dal carcere o di preseguire la custodia cautelare preventiva, ai domiciliari.
72 ore dopo Pelliccioni, e cioè lunedì mattina, in procura a Napoli comparirà un altro sammarinese, Livio Bacciocchi che è in arresto per l’indagine “Staffa” da sette mesi. Verrà interrogato dal pm partenopeo Sergio Amato. Il legale di Bacciocchi, Alessandro Gamberini, ha preannunciato che presenterà istanza di scarcerazione. Scarcerazione che, pochi giorni fa, è stata decisa dal Tribunale del riesame per l’altro principale indagato dell’inchiesta Staffa e cioè Francesco Vallefuoco. L’avvocato Gamberini ha anche sollevato un’eccezione nei confronti della Procura di Napoli, sostenendo che la competenza dell’indagine dovrebbe essere della Dda di Bologna. Se il pm Amato si opporrà dovrà decidere la Procura Generale della cassazione.
l.s.
Pelliccioni nei primi mesi del 2007 aveva creato una falsa fidejussione da 8 milioni di euro, utilizzata dall’imprenditore vicino ai Casalesi, Nicola Di Caterino, per ottenere dall’Unicredit un finanziamento da 5 milioni. Finanziamento che – stando all’accusa – sarebbe stato erogato anche dietro pressioni del parlamentare Pdl Nicola Cosentino. Pelliccioni, dunque, ha truffato ma non sapeva – a suo dire – che le vittime del suo raggiro fossero dei camorristi. Ora spera di uscire dal carcere o di preseguire la custodia cautelare preventiva, ai domiciliari.
72 ore dopo Pelliccioni, e cioè lunedì mattina, in procura a Napoli comparirà un altro sammarinese, Livio Bacciocchi che è in arresto per l’indagine “Staffa” da sette mesi. Verrà interrogato dal pm partenopeo Sergio Amato. Il legale di Bacciocchi, Alessandro Gamberini, ha preannunciato che presenterà istanza di scarcerazione. Scarcerazione che, pochi giorni fa, è stata decisa dal Tribunale del riesame per l’altro principale indagato dell’inchiesta Staffa e cioè Francesco Vallefuoco. L’avvocato Gamberini ha anche sollevato un’eccezione nei confronti della Procura di Napoli, sostenendo che la competenza dell’indagine dovrebbe essere della Dda di Bologna. Se il pm Amato si opporrà dovrà decidere la Procura Generale della cassazione.
l.s.
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