Erano accusati di associazione a delinquere e spaccio di sostanze stupefacenti. Cinque grammi di eroina che il 23 gennaio del 2001, stavano per cedere ad una persona tossicodipendente, sammarinese, ricoverata in Ospedale. Agenti della gendarmeria, in seguito ad una confidenza, intercettarono i due e li fermarono praticamente in flagranza di reato. Entrambi gli spacciatori – Marco Papi, del 1970 e Laura Mazza del 1968 – sono pero’ morti per overdose, ad una settimana di distanza l’uno dall’altra, nell’aprile del 2003 nell’abitazione di rimini in cui convivevano. I reati si sono dunque estinti. Ma insieme a loro, il giorno dell’arresto, c’era anche Giovanni Donvito, un 30enne di origine pugliese, residente a Riccione. Aveva guidato l’auto utilizzata per salire da Rimini a San Marino e stava aspettando i due spacciatori nel parcheggio. Per lui l’accusa era di guida in stato di ebbrezza da assunzione di cannabinoidi. Il procuratore del fisco ha chiesto la remissione in istruttoria per accertare l’effettivo stato di alterazione psicofisica. Ora Donvito, a detta del suo avvocato, sta seguendo un programma di recupero. Una brutta storia di droga, con due degli imputati che – durante l’istruttoria - sono stati uccisi da una dose letale. Unica nota positiva della vicenda: la persona sammarinese tossicodipente a cui erano destinati i 5 grammi di eroina ora è uscita dal tunnel della droga e sta conducendo una vita normale.
Riproduzione riservata ©