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Emicrania: sintomi e cause del secondo mal di testa più diffuso. L'esperta spiega le nuove molecole efficaci per la cura

È la seconda forma più comune di mal di testa e può essere molto intensa e disabilitante. La scoperta di nuove molecole - sicure e senza effetti collaterali -, assieme allo stile di vita, rendono oggi possibile la cura e la prevenzione

di Silvia Fabbri
7 ott 2023
La dottoressa Licia Grazzi
La dottoressa Licia Grazzi

L’emicrania è la seconda forma più comune di mal di testa: una patologia molto diffusa e invalidante che colpisce il 12% degli adulti in tutto il mondo. Solitamente si manifesta per la prima volta tra i 20 e i 50 anni, con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne. Da un recente convegno organizzato da Lundbeck Italia dal titolo "Emicrania: nuove prospettive per il paziente tra innovazione, ricerca e opportunità normative" è emerso che per 9 pazienti cronici su 10, in Italia, vengono prescritti esami inutili, con un abuso di antidolorifici: fino a 350 in un mese, invece della giusta terapia. Ne abbiamo parlato con Licia Grazzi, Neurologa Responsabile del Centro Cefalee della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, per capire meglio cosa sia l'emicrania, in cosa si differenzi dagli altri mal di testa, e per approfondire la conoscenza di questi nuovi farmaci, in grado di ridurre con efficacia frequenza e intensità degli attacchi.

Dottoressa, che cos'è l’emicrania?
È una condizione di malattia molto complessa che riconosce vari fattori che la originano. È caratterizzata da accessi dolorosi che possono essere sporadici, ma anche molto frequenti.

Quali sono i fattori di rischio e chi colpisce maggiormente?
Il dolore è unilaterale, di qualità pulsante, intensità moderata o severa, della durata di 4 - 72 ore, e si associa a nausea, vomito, fonofobia e fotofobia; oltre ad un corteo sintomatologico che può precedere o seguire il singolo attacco emicranico. È una condizione di malattia molto disabilitante di cui soffre una quota significativa di popolazione in un'età anche molto giovane: circa 10 milioni di italiani, spesso sono persone all’apice delle loro vite produttive lavorative e sociali dunque la disabilità connessa al fenomeno emicranico è elevatissima, con conseguenti cospicui costi sociali e sanitari. L’emicrania è stata riconosciuta come malattia sociale anche in Italia da luglio 2020.

Quali sono le cause dell’emicrania?
Le cause non sono del tutto note, ma si sa che il paziente emicranico ha una certa predisposizione genetica e nasce con un tratto emicranico che poi contribuisce nel corso della vita allo sviluppo della sintomatologia emicranica. Concause possono essere:

  • fattori ormonali
  • fattori circolatori
  • eventi di vita stressanti
  • traumi

Quali sono i sintomi di un’emicrania? come distinguerla da altri mal di testa?
Il dolore emicranico è un dolore specifico con caratteristiche ben definite: la pulsatilità e l'intensità sono elementi che la differenziano dal dolore attribuito alla cefalea di tipo tensivo, per esempio, dove il dolore è più generalizzato al capo, più sordo e senza quei sintomi di accompagnamento che caratterizzano, invece, il dolore emicranico.

Si può prevenire un attacco di emicrania? Che fare quando ci colpisce?
Gli attacchi emicranici possono essere ben gestiti da farmaci specifici ed efficaci che aiutano il paziente a risolvere l’attacco, limitando quindi la disabilità che deriva da episodi intensi: farmaci come i triptani, negli ultimi venti anni hanno cambiato le modalità di gestione dell’attacco. Ora abbiamo a disposizione anche molecole nuove - come i ditani e i gepanti - ancora più specifiche e con minor effetti collaterali rispetto ai triptani.

Parliamo ora delle terapie: si può curare l’emicrania? in particolare, sulla stampa si è letto di nuovi farmaci in grado di ridurre frequenza e intensità degli attacchi. Di cosa si tratta? Sono davvero efficaci?
Ci sono situazioni particolari in cui la frequenza degli episodi è elevata - plurisettimanale o plurimensile - o gli episodi sono particolarmente intensi e disabilitanti. In questi casi dobbiamo ricorrere a terapie preventive che possano migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti. Dopo anni di ricerche, finalmente da 4 anni a questa parte nuove molecole si sono affacciate all’orizzonte per il trattamento preventivo dell'emicrania e sono gli anticorpi monoclonali.
È la prima volta nella storia della terapia per l'emicrania che farmaci specifici e non mutuati da altre condizioni di malattia vengono utilizzati con ottimi risultati clinici e con grande soddisfazione dei pazienti; sono farmaci sicuri, che possono essere usati anche per lunghi periodi di tempo e non presentano problemi legati a effetti collaterali, come dimostrato da studi e ricerche cliniche, e confermato dagli studi in real life - cioè studi emersi dalla regolare pratica clinica -. Stiamo vivendo un'esperienza straordinaria con questi nuovi farmaci: ora avremo anche altre molecole come i gepanti che potranno essere usati non solo per la gestione dell’attacco ma anche per le terapie preventive. 
Ricordiamo che la complessità del fenomeno emicranico è elevata e noi clinici dobbiamo essere attrezzati per educare i nostri pazienti alla gestione della loro condizione di malattia, anche attraverso un riesame di abitudini e stile di vita che sono necessari perchè le terapie possano funzionare al meglio e per risparmiare risorse e costi sociali. Anche approcci non farmacologici, come le terapie comportamentali, possono essere di grande aiuto per i nostri pazienti, per potenziare l'efficacia delle terapie farmacologiche. La ricerca futura mira ad identificare nuove possibili terapie al fine di personalizzare la profilassi emicranica, soprattutto nelle forme più severe e refrattarie di malattia.






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