Una consegna avvenuta in sordina. Le forze dell’ordine hanno voluto tenere segreto l’effettivo momento della consegna, da parte di San Marino all’Italia, dell’imprenditore Marco Bianchini, ex patron della Karnak, coinvolto nell’operazione Criminal Minds, accusato di ricettazione e corruzione. Così hanno escogitato uno stratagemma che si è rivelato vincente: a superare il confine di Dogana, dove la stampa era in paziente attesa, è stata una macchina anonima, senza alcun segno distintivo, che si è fermata nell’indifferenza generale a pochi metri da fotografi e giornalisti, in piazza Tini. Ad una macchina ufficiale, d’altronde, sarebbe vietato l’ingresso in territorio sammarinese. Marco Bianchini ha così potuto oltrepassare il confine senza essere notato.
Alla Questura di Rimini una tappa di pochi minuti, il tempo di fare le foto segnaletiche. Poi l’imprenditore è uscito, senza nascondersi, volto severo, ma è apparso relativamente in forma. Non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione
Alla Finanza la convalida dell’ordine di cattura, che la Procura di Rimini aveva spiccato il 16 gennaio. Bianchini però, si era presentato ai Cappuccini, dov’è rimasto per 36 giorni, prima dell’autorizzazione di Tribunale e Capitani Reggenti a trasferirlo in Italia. Ora attende di essere ascoltato dalla magistratura italiana.
Francesca Biliotti
Alla Questura di Rimini una tappa di pochi minuti, il tempo di fare le foto segnaletiche. Poi l’imprenditore è uscito, senza nascondersi, volto severo, ma è apparso relativamente in forma. Non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione
Alla Finanza la convalida dell’ordine di cattura, che la Procura di Rimini aveva spiccato il 16 gennaio. Bianchini però, si era presentato ai Cappuccini, dov’è rimasto per 36 giorni, prima dell’autorizzazione di Tribunale e Capitani Reggenti a trasferirlo in Italia. Ora attende di essere ascoltato dalla magistratura italiana.
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