Dalle 11 alle 15 ha risposto alle domande dei pm Ercolani e Bertuzzi, l’ex patron della Karnak consegnato all’Italia mercoledì e da allora rinchiuso ai Casetti. Soddisfatti i suoi avvocati: “Riteniamo di aver chiarito tutti gli addebiti contestati – dicono Giovanni Maio e Marco Martines – entro un paio di giorni attendiamo una risposta sulla graduale riduzione della misura cautelare”. La famiglia Bianchini ha una casa a Pesaro, in caso di arresti domiciliari andrebbe lì. Sull’accusa di corruzione, Martines risponde: “Tutto è basato sulle dichiarazioni di Vargiu, l’investigatore privato, e Bianchini le confuta – riferisce – Non ha mai conosciuto il finanziere accusato di corruzione. Era un contatto di Vargiu. Sulla ricettazione, la prova che il nostro cliente abbia ricevuto soldi provenienti da imprese fallite non è dimostrata. Aveva prestato 1 milione e 700mila euro alle società del gruppo Vitalucci tramite la Fingestus, quindi vantava un credito nei confronti dell’imprenditore”. C’erano comunque anche altri elementi da chiarire, oltre a quelli contenuti nell’ordinanza: su questi, pare che Bianchini non sia stato del tutto esaustivo. Molto, dunque, resta da dire, e non è escluso possa essere risentito a breve. Da San Marino inoltre continuano ad arrivare documenti in esito alla rogatoria, compresa documentazione bancaria circa Bianchini e i suoi collaboratori, Giovanni Pierani, Bruno Platone, Riccardo Ricciardi. L’indagine è tutt’altro che conclusa. Non si escludono nuovi indagati o ulteriori capi d’accusa per chi lo è già.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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