Se aveva ragione l’ormai fuori moda Bertolt Brecht quando malediva la terra che ha bisogno di eroi, occorre dire che anche quei territori dove furbizia e intelligenza sono considerati sinonimi non stanno benissimo.
Furbizia e intelligenza infatti – nonostante qualcuno sembra convinto del contrario – sinonimi non sono ma anzi si collocano in posti diametralmente opposti nell’ambito della esperienza umana. La furbizia ha orizzonti brevi e frequenta scorciatoie, legittime o meno che siano, mentre l’intelligenza vede molto più lontano e parte sempre in salita. Così, alla fine della corsa, il furbo arriva spompato perché partendo in discesa è convinto che sia tutta così la vita, mentre chi privilegia l’intelligenza si fa le gambe con le salite iniziali e poi, se sopravvive, arriverà sempre comunque meglio se non prima del furbo in questione.
Furbizia è per esempio evadere le tasse, convinti che sia una operazione legittima e doverosa, salvo poi lamentarsi se i servizi che con quelle tasse andrebbero pagati, non ci sono. L’Italia, considerata un inferno fiscale, non è tale perché le tasse siano le più care in Europa ma perché di contro non ci sono risposte adeguate ai soldi versati. I Paesi scandinavi hanno tasse più alte ma i soldi delle tasse sono investiti e ritornano. I Paesi dei furbi, dove metà non paga le tasse l’altra metà le paga per entrambi, ovviamente non possono avere un tessuto sociale coeso e spesso l’unica tassa veramente democratica è il carburante, gasolio o benzina che sia. Perché poi, alla fine della fiera, chi evade le tasse forse è un furbo ma altrettanto sicuramente è un ladro e come tutti i ladri, con le maglie così strette della rivoluzione tecnologica, non dorme tranquillo perché prima o poi lo beccano e a quel punto conta poco se ha un portafoglio voti significativo perché il global non fa sconti a nessuno, ormai neppure agli innocenti purtroppo, figuriamoci ai colpevoli.
Venendo a San Marino, viene utilissima come esempio di genere, una roba tipica da furbi visto che gira una certa voce. Potrebbe anche essere una fake news (e allora sarà compito di chi di dovere smentirla) ma comunque sembra credibile. Ci sarebbe da qualche tempo sui social una rete o quel che è dove vengono segnalati dai volenterosi associati i posti di blocco di Polizia Civile, Gendarmeria e Guardia di Rocca, il tutto per evitare di essere beccati fatti di alcool o di droga presumibilmente. A parte il fatto che se tiri sotto con la macchina una persona perché sei ubriaco o strafatto, i conti te li fai poi con te stesso e con il magistrato che in Italia ormai assegna l’omicidio colposo in questi casi (e sono problemi veri ma veramente veri), c’è poi anche una questione legata alla sicurezza. In secondo luogo, male non fare paura non avere, come si dice, quindi se sei in regola incrociare una pattuglia può darti in fin dei conti solo la sensazione che qualcuno veglia su di te, sui tuoi familiari e sui tuoi beni.
San Marino è il secondo Paese al mondo per sicurezza - una grande eccellenza forse sottovalutata anche in patria - e il problema della sicurezza che sta diventando il problema dei problemi ovunque, in parte comunque comincia a esistere anche qui anche se non ai livelli del circondario oltre confine. I ladri professionali (non gli evasori fiscali di cui sopra) arrivano da fuori e sarebbero sicuramente grati a quei bravi cittadini che segnalassero loro cortesemente e involontariamente la posizione dei controlli e dei posti di blocco delle forze dell’ordine. Quegli stessi bravi cittadini che si trasmettono le informazioni sui posti di blocco senza rendersi conto delle conseguenza – in quanto furbi ma stupidi – sarebbero sicuramente i primi a indignarsi con il mondo se, tornando a casa, trovassero la medesima svaligiata dai loro involontari soci. In questi casi la loro stupidità impedirebbe di collegare fatto e conseguenza e quindi molto probabilmente non capirebbero che sono loro stessi, grazie appunto al loro QI, ad aver fatto da palo alla banda.
È un esempio fra i tanti che se ne potrebbero fare. Magari non è vero che esista questa rete, magari le forze dell’ordine che stupide non sono sanno come reagire. Forse non è casuale ma da qualche tempo avevo notato che gli uomini della Gendarmeria sicuramente (e forse anche i loro colleghi) non facevano più posti di blocco fissi ma, come sulle autostrade, dei pattugliamenti in movimento. Il che, seppur non risolva il problema, sicuramente rende più complicato mapparli sul territorio. Ragionare sulle conseguenze, prevedere e poi agire di conseguenza è incomprensibile per chi non vede al di là del proprio naso. Insomma pensarci sopra e fare l’interesse di tutta la collettività sarà banale ma alla lunga paga sempre. Meglio magari pensarci prima.
cr
Furbizia e intelligenza infatti – nonostante qualcuno sembra convinto del contrario – sinonimi non sono ma anzi si collocano in posti diametralmente opposti nell’ambito della esperienza umana. La furbizia ha orizzonti brevi e frequenta scorciatoie, legittime o meno che siano, mentre l’intelligenza vede molto più lontano e parte sempre in salita. Così, alla fine della corsa, il furbo arriva spompato perché partendo in discesa è convinto che sia tutta così la vita, mentre chi privilegia l’intelligenza si fa le gambe con le salite iniziali e poi, se sopravvive, arriverà sempre comunque meglio se non prima del furbo in questione.
Furbizia è per esempio evadere le tasse, convinti che sia una operazione legittima e doverosa, salvo poi lamentarsi se i servizi che con quelle tasse andrebbero pagati, non ci sono. L’Italia, considerata un inferno fiscale, non è tale perché le tasse siano le più care in Europa ma perché di contro non ci sono risposte adeguate ai soldi versati. I Paesi scandinavi hanno tasse più alte ma i soldi delle tasse sono investiti e ritornano. I Paesi dei furbi, dove metà non paga le tasse l’altra metà le paga per entrambi, ovviamente non possono avere un tessuto sociale coeso e spesso l’unica tassa veramente democratica è il carburante, gasolio o benzina che sia. Perché poi, alla fine della fiera, chi evade le tasse forse è un furbo ma altrettanto sicuramente è un ladro e come tutti i ladri, con le maglie così strette della rivoluzione tecnologica, non dorme tranquillo perché prima o poi lo beccano e a quel punto conta poco se ha un portafoglio voti significativo perché il global non fa sconti a nessuno, ormai neppure agli innocenti purtroppo, figuriamoci ai colpevoli.
Venendo a San Marino, viene utilissima come esempio di genere, una roba tipica da furbi visto che gira una certa voce. Potrebbe anche essere una fake news (e allora sarà compito di chi di dovere smentirla) ma comunque sembra credibile. Ci sarebbe da qualche tempo sui social una rete o quel che è dove vengono segnalati dai volenterosi associati i posti di blocco di Polizia Civile, Gendarmeria e Guardia di Rocca, il tutto per evitare di essere beccati fatti di alcool o di droga presumibilmente. A parte il fatto che se tiri sotto con la macchina una persona perché sei ubriaco o strafatto, i conti te li fai poi con te stesso e con il magistrato che in Italia ormai assegna l’omicidio colposo in questi casi (e sono problemi veri ma veramente veri), c’è poi anche una questione legata alla sicurezza. In secondo luogo, male non fare paura non avere, come si dice, quindi se sei in regola incrociare una pattuglia può darti in fin dei conti solo la sensazione che qualcuno veglia su di te, sui tuoi familiari e sui tuoi beni.
San Marino è il secondo Paese al mondo per sicurezza - una grande eccellenza forse sottovalutata anche in patria - e il problema della sicurezza che sta diventando il problema dei problemi ovunque, in parte comunque comincia a esistere anche qui anche se non ai livelli del circondario oltre confine. I ladri professionali (non gli evasori fiscali di cui sopra) arrivano da fuori e sarebbero sicuramente grati a quei bravi cittadini che segnalassero loro cortesemente e involontariamente la posizione dei controlli e dei posti di blocco delle forze dell’ordine. Quegli stessi bravi cittadini che si trasmettono le informazioni sui posti di blocco senza rendersi conto delle conseguenza – in quanto furbi ma stupidi – sarebbero sicuramente i primi a indignarsi con il mondo se, tornando a casa, trovassero la medesima svaligiata dai loro involontari soci. In questi casi la loro stupidità impedirebbe di collegare fatto e conseguenza e quindi molto probabilmente non capirebbero che sono loro stessi, grazie appunto al loro QI, ad aver fatto da palo alla banda.
È un esempio fra i tanti che se ne potrebbero fare. Magari non è vero che esista questa rete, magari le forze dell’ordine che stupide non sono sanno come reagire. Forse non è casuale ma da qualche tempo avevo notato che gli uomini della Gendarmeria sicuramente (e forse anche i loro colleghi) non facevano più posti di blocco fissi ma, come sulle autostrade, dei pattugliamenti in movimento. Il che, seppur non risolva il problema, sicuramente rende più complicato mapparli sul territorio. Ragionare sulle conseguenze, prevedere e poi agire di conseguenza è incomprensibile per chi non vede al di là del proprio naso. Insomma pensarci sopra e fare l’interesse di tutta la collettività sarà banale ma alla lunga paga sempre. Meglio magari pensarci prima.
cr
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