Un gruppo di ricercatori americani di San Antonio ha passato sotto la lente di ingrandimento il Dna di ben 1.240 persone, di cui 297 ancora alle prese col vizio del pacchetto. Notando come oltre al danno fisico sui geni, cioè le mutazioni, c’è anche un danno funzionale: le bionde “mandano in tilt” il loro normale livello di attività. Finendo per incidere pesantemente sul sistema immunitario, con conseguenze sui processi relativi a cancro, morte cellulare e metabolismo. Quando si fuma, si lascia entrare nei polmoni e quindi, attraverso il sangue, in tutte le parti del corpo qualcosa come 4.000 sostanze di cui 80 cancerogene. Il cancro dunque è in testa alle conseguenze da assorbimento del fumo, e altre non sono state ancora dimostrate scientificamente. La sigaretta contiene addirittura sostanze killer come il polonio 210, una sostanza radioattiva. Fumare 20 “bionde” al giorno per un anno equivale a sottoporsi a una quantità di raggi pari a 300 radiografie. Una scoperta che va oltre una ricerca analoga condotta in Gran Bretagna. Aveva dimostrato i danni che causano le sigarette ai geni: i ricercatori avevano calcolato che in media ogni 15 sigarette fumate nel Dna del fumatore compare un difetto genetico, una mutazione.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
Riproduzione riservata ©