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Funzionaria Unicef sammarinese a Beirut: si vive “in uno stato d'attesa”; la gente è “molto angosciata”

Sembra precipitare la crisi tra Israele ed Hezbollah. Vani, al momento, i tentativi diplomatici per un cessate il fuoco temporaneo

26 set 2024
Nel servizio il collegamento Zoom con Denise Venturini - Funzionaria Unicef
Nel servizio il collegamento Zoom con Denise Venturini - Funzionaria Unicef

Per mesi solo schermaglie di frontiera. Poi l'improvvisa accelerazione; per ritrovarsi adesso ad un passo dal baratro; con un'operazione di terra forse imminente. Di certo c'è il caos tra le fila di Hezbollah – che al netto dei ciclici barrage di razzi – vede ormai disarticolata la propria catena di comando. Eliminato oggi un altro operativo di alto profilo. Devastante l'impatto della campagna aerea israeliana. Da lunedì sarebbero 100.000 le persone in fuga in Libano. Registrate ieri oltre 80 vittime; pare si contino a decine anche oggi.

“Deploriamo – ha scritto oggi in una nota l'Alto Rappresentante UE – il pesante prezzo pagato dai civili, compresi i bambini e il personale ONU”. A Beirut anche una cittadina sammarinese Denise Venturini -, funzionaria dell'UNICEF. La situazione è decisamente preoccupante – sottolinea – la gente è “molto angosciata”. Si vive “in uno stato d'attesa – spiega - guardando attentamente all'evolversi degli eventi e sperando nei colloqui internazionali, nelle pressioni dei Paesi stranieri per tentare il più possibile di fermare il conflitto”. Effettivamente trattative sono in corso. Washington e Parigi avrebbero elaborato una proposta – supportata anche da Paesi arabi - per una tregua di 3 settimane. Ma i feedback dallo Stato Ebraico paiono sconfortanti; non ci sarà un cessate il fuoco, ha avvertito il Ministro degli Esteri Katz; “Israele continuerà a combattere contro Hezbollah con tutte le forze fino alla vittoria”.

Netanyahu domani interverrà all'ONU; al momento nessun accenno a moderare la pressione. Nella Capitale libanese si attendono gli eventi. Non temo per la mia incolumità - afferma Denise Venturini –; "confido anche nel sostegno e nella protezione dell'Organizzazione per la quale lavoro e nella presenza comunque allargata di internazionali sia nel campo delle Nazioni Unite ma anche nelle ambasciate, perché continuino a fare pressione per evitare che ci sia un allargamento ulteriore del conflitto”.

Nel servizio il collegamento Zoom con Denise Venturini - Funzionaria Unicef





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