Una indagine molto delicata, che ha viaggiato per anni sul doppio binario Bologna Rimini. E che ha portato ad un risultato di tutto rispetto: 38 immobili confiscati per un valore di oltre 7 milioni di euro. Appartenevano tutti a Michele Pezone, campano d’origine ma ben radicato in Emilia, che dichiarava un reddito irrisorio e che -ancora più importante -sarebbe affiliato al clan dei Casalesi. Imprenditore edile, aveva lavorato anche a Rimini, nei lavori di intonacatura, guarda a caso, della nuova questura di Rimini. Ancora una volta si conferma come la criminalità organizzata, camorra in questo caso, sia ben radicata nel tessuto economico della Riviera. I metodi sono gli stessi: a Bologna Pezone deve rispondere di usura e minacce ad altri imprenditori. Proprio sulla pericolosità sociale del soggetto le Fiamme Gialle hanno fatto leva per ottenere la confisca.
In una situazione economica come quella attuale la criminalità organizzata ha gioco facile. Per questo Rimini si guarda dentro e punta sulla prevenzione. Il nuovo prefetto ipotizza a stretto giro la realizzazione di una mappatura delle criminalità presenti, che unirà in unico database tutte le informazioni che attualmente appartengono a diversi corpi di polizia.
Nel video l’intervista a Gianfranco Lucignano, comandante Polizia Tributaria Guardia di Finanza.
Sara Bucci
In una situazione economica come quella attuale la criminalità organizzata ha gioco facile. Per questo Rimini si guarda dentro e punta sulla prevenzione. Il nuovo prefetto ipotizza a stretto giro la realizzazione di una mappatura delle criminalità presenti, che unirà in unico database tutte le informazioni che attualmente appartengono a diversi corpi di polizia.
Nel video l’intervista a Gianfranco Lucignano, comandante Polizia Tributaria Guardia di Finanza.
Sara Bucci
Riproduzione riservata ©