Trentadue lavoratori totalmente clandestini. Uomini, donne, in qualche caso anche minorenni. Tutti di nazionalità cinese. Prestavano la propria opera in imprese gestite da connazionali. E’ il risultato di un lavoro di intelligence svolto nell’ultimo trimestre dalla Guardia di Finanza di Rimini nei comuni di Rimini, Santarcangelo, Verucchio e San Clemente. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno compiuto ventinove verifiche riscontrando gravi irregolarità sia in campo fiscale, che in termini di sicurezza e igene sul luogo di lavoro. La documentazione obbligatoria tenuta a fini previdenziali ha inoltre permesso di individuare altri 65 lavoratori cinesi prestatori d’opera totalmente in nero. La quasi totalità degli operai alloggiava in locali adiacenti la produzione, in spazi ristretti e in assoluta assenza delle più elementari norme igieniche. Nessuno, nonostante la presenza di un interprete di lingua cinese, ha collaborato, lasciando trasparire una forma di sudditanza psicologica dei confronti del datore di lavoro. Dodici titolari delle imprese sono stati denunciati a piede libero per violazione della legge sull’immigrazione, mentre nei confronti dei 32 clandestini la Questura di Rimini ha emesso altrettanti provvedimenti di espulsione. Nel corso dei vari controlli sono stati rinvenuti altre 1.500 capi d’abbigliamento recanti marchi contraffatti. La merce è stata sequestrata.
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