Usot sulle barricate per l'imposta di soggiorno che scatterà, in Repubblica, dal primo luglio. Non viene contestata la tassa in sé, “siamo da sempre favorevoli”, chiarisce in una nota. Ma si chiede di destinarne il ricavato al miglioramento della qualità dell'offerta turistica. Per gli operatori, prima di introdurre l’imposta di soggiorno, andava predisposta una norma che disciplinasse il completo ammodernamento del settore ricettivo. Richiesta inviata a febbraio al Governo, con cui – lamentano – non c'è stato però confronto.
Da qui la richiesta che il gettito dell'imposta sia destinato esclusivamente al finanziamento di interventi turistici, a sostegno delle strutture ricettive e di promozione del Paese. In particolare, almeno il 50% – scrive Usot - dovrà essere utilizzato (in sinergia con le Associazioni Datoriali maggiormente rappresentative) per manifestazioni e promozione del territorio, mentre il restante 50% per migliorie che abbiano ricadute sul settore turistico ed economico del Paese.
Il timore è che il ricavato venga invece utilizzato per la spesa corrente, per situazioni infruttifere o per mantenere privilegi non più accettabili. Da non trascurare l'aspetto operativo: per l'imposta di soggiorno – fa notare Usot – serviva un tempo di gestazione. “E' un processo complicato” – spiega il vicepresidente Riccardo Vannucci. Ad esempio richiedeva il rinnovo del software per la gestione delle presenze tramite bando pubblico. Per la legge sulla sicurezza – ricorda – vanno censiti tutti coloro che soggiornano a San Marino, quindi anche gli ospiti di agriturismi, B&B, residence, affittacamere. “Le cose fatte di fretta vengono male” – avverte – e in assenza di un censimento preciso “a pagare – dice – saranno solo gli alberghi”.
In merito, invece, alla richiesta principale, vale a dire la destinazione dell'imposta di soggiorno, il Segretario alle Finanze Marco Gatti assicura: “Se questo è il loro volere, quelle entrate verranno destinate al settore turistico”.