“Io mi trovavo a distanza di 30 chilometri a nord di Beirut, a Biblos, ma il botto si è sentito molto forte”. A parlare è Youssef Zoghaib, Console Generale di San Marino in Libano da 20 anni che martedì pomeriggio al momento della spaventosa esplosione si trovava in casa: “Sono caduti dei libri e degli oggetti dalle mensole. Sembrava un terremoto che in effetti è stato registrato come un sisma di 4,5 gradi della scala Richter, per dare un'idea. Mai in Libano un'esplosione del genere, neppure durante la guerra”. Il tragico bilancio non è ancora definitivo ma i numeri, per un paese che conta circa 4 milioni di abitanti, sono impressionanti: “La ferita è troppo profonda: quasi 150 vittime innocenti, un centinaio di dispersi sotto le macerie o nel mare, 300mila persone senzatetto e quasi 5mila feriti. Però, per fortuna, il popolo libanese è carico di vita e si riprende facilmente con l'aiuto degli altri, come i paesi vicini e i paesi amici”.
Proprio oggi da San Marino il messaggio dei Capitani Reggenti al Presidente Michel Aoun per esprimere vicinanza al Libano e al suo popolo che in questo momento tragico di grande sofferenza necessita, soprattutto, di aiuti sanitari: “Nei limiti che conosciamo tutti, considerando che San Marino è appena uscita dall'emergenza Covid 19, penso che ciò che si può fare è mandare medicine per gli ustionati. Se si può fare sarebbe di grande aiuto”. San Marino, spiega il Console Generale, è apprezzato dai libanesi che sul Titano hanno anche interessi economici di un certo rilievo: “Ci sono un paio di fabbriche ed industrie di proprietà di libanesi e poi c'è quasi un terzo della flotta aerea libanese che è registrato al registro dell'aviazione sammarinese. E poi c'è il turismo perché chi va in Italia passa a San Marino e questo è dovuto anche all'impegno del Consolato in 20 anni, per fare conoscere San Marino ai libanesi”.