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Influenza, attenzione a tosse, sintomi persistenti e difficoltà respiratorie. L'esperto: ecco quando chiamare il medico

Raggiunto il picco, inizia la fase discendente: facciamo il punto sul virus influenzale, fra sintomi, durata e consigli per prevenirlo ma anche come distinguere le complicanze dal long flu

di Silvia Fabbri
27 gen 2024
Il Dr. Fabrizio Giostra
Il Dr. Fabrizio Giostra

Il picco è ormai superato ma sono ancora tante le persone alle prese con l'influenza. Quella di quest'anno - in particolare - ha picchiato forte ed è stata definita da alcuni virologi la peggiore degli ultimi 15 anni. Assieme a Covid e Virus Respiratorio Sinciziale ha messo davvero a dura prova le nostre difese immunitarie e il Sistema Sanitario nazionale che - fra Natale, Capodanno e Befana -, attraverso Ospedali e Pronto Soccorso, ha dovuto far fronte ad un numero di casi record. Abbiamo chiesto a Fabrizio Giostra, Direttore del Pronto Soccorso Generale IRCCS Policlinico di Sant'Orsola sintomi, durata e consigli per prevenire il virus influenzale ma anche come capire quando è il caso di chiamare il medico.

Quella di quest’anno è stata definita da qualche esperto l’influenza peggiore degli ultimi 15 anni. E’ d’accordo? 
Sicuramente è una bruttissima influenza, gravata da complicazioni respiratorie molto importanti; non solo nei pazienti anziani - tipica categoria a rischio - ma anche in quelli giovani, che hanno necessitato, a volte, della terapia intensiva.

Parliamo dell’andamento influenzale: a che punto siamo? Cosa aspettarci ora che è passato il picco?
Anche se molto dipenderà dal clima, il picco - per il nostro osservatorio che è il Policlinico Sant'Orsola - è passato. Abbiamo avuto un numero molto elevato di accessi nel periodo natalizio e durante i primi giorni di gennaio ma da una settimana l’affluenza di pazienti con influenza - e soprattutto con gravi complicanze da essa causate - è in forte calo.

Parlando di sintomi, quali sono quelli tipici della malattia di quest'anno?
I sintomi dell’influenza sono i classici:

  • febbre alta, sintomo precoce e tipico;
  • tosse;
  • dolori muscolari e osteoarticolari;

Spesso a questi si associano mal di testa, mal gola, debolezza, scarso appetito e - soprattutto nei bambini - sintomi gastrointestinali.

Quanto dura e per quanto si è contagiosi?
Il periodo di incubazione è di circa due giorni dopo il contagio. I sintomi durano una settimana, salvo complicazioni - come polmonite batterica o disidratazione che troviamo soprattutto nei bambini e negli anziani (per via di uno scarso stimolo a bere). Si è contagiosi da 1 giorno prima dell’inizio dei sintomi - quando ancora non sappiamo di avere contratto il virus - fino a circa 4-5 giorni dopo la loro insorgenza.

Come prevenirla?
Valgono sempre le regole apprese durante il Covid:

  • Tossire e starnutire nel gomito o in un fazzoletto usa e getta;
  • Lavare frequentemente e bene le mani;
  • Non toccarsi mai gli occhi, il naso e la bocca: il contagio può infatti avvenire anche in questo modo, se prima abbiamo toccato con le mani una superficie sulla quale si erano depositate delle goccioline infette;
  • Utilizzare la mascherina - consigliata sia per chi ha i sintomi che per coloro che non vogliono prendere la malattia, soprattutto quando si frequentano luoghi affollati -, come è consuetudine nei paesi orientali, per evitare la diffusione di questo disturbo e le morti che produce.
  • La vaccinazione rimane un‘arma fondamentale ed imprescindibile per ridurre la probabilità di contrarre l'influenza, per evitare le forme più gravi e difendersi da ospedalizzazione e morte.

Come gestire la malattia a casa?

  • Innanzitutto è necessario bere molto: quando la febbre è alta tendiamo ad eliminare più liquidi per via del calore prodotto e disidratarci;
  • Fare pasti leggeri;
  • Assumere vitamina C per rafforzare il sistema immunitario;

I farmaci che si utilizzano in questi casi sono fondamentalmente dei sintomatici: il mio consiglio è quello di chiamare sempre il medico di famiglia per delle prescrizioni appropriate e personalizzate. In linea di massima, si utilizzano:

  • paracetamolo o acido acetilsalicilico (quest’ultimo solo negli adulti, mai nei bambini) da prendere quando la temperatura corporea è alta, sopra i 38 - 38,5 gradi. Ricordiamoci che la febbre è un meccanismo di difesa del nostro organismo, abbatterla anche quando è bassa non va bene.
  • Poi ci sono gli antinfiammatori - come ibuprofene e ketoprofene - che sono di uso molto comune e possono togliere fastidi muscolari e malessere. Anche in questo caso, però, bisogna assolutamente consultare prima il medico di famiglia perché parliamo di medicinali che potrebbero avere effetti collaterali gastrici, renali e in alcuni soggetti potrebbero anche aggravare la situazione di base.
  • Mai usare in autonomia gli antibiotici. L’influenza è una malattia virale quindi se non sopraggiunge una complicazione batterica - che deve essere diagnosticata dal curante – gli antibiotici sono assolutamente controproducenti perché non servono a nulla, possono dare importanti effetti collaterali e favoriscono l’antibiotico-resistenza, causa anch'essa di mortalità e vera emergenza per il futuro.

In alcuni casi si è parlato anche di long flu per indicare - quest’anno - una convalescenza particolarmente lunga. Quando è quindi giusto preoccuparsi e chiamare il medico?
Il decorso influenzale è di 5-7 giorni: dopo la fase iper-acuta dei primi due o tre giorni, i sintomi vanno a scemare. Bisogna contattare il medico in caso di:

  • Tosse produttiva, possibile segno di polmonite;
  • Sintomi persistenti dopo 5 o 6 giorni con febbre alta che non recede nemmeno con terapia (ad esempio con paracetamolo);
  • Se compare difficoltà respiratoria, altro sintomo di interessamento polmonare: potrebbe trattarsi di polmonite virale o batterica.

Quest’anno - in particolare - c’è stato un frequente interessamento delle basse vie respiratorie e può accadere che la sintomatologia - soprattutto i sintomi respiratori - si protragga per più giorni rispetto allo standard, arrivando fino a 10 giorni o a due settimane. In questi casi è sempre bene consultare il medico per effettuare una visita e approfondire. Quando questi sintomi, associati spesso a stanchezza, si protraggono per più di 4 settimane si parla di long flu.





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