L’operaio di 55 anni morto questa mattina in provincia di Venezia dopo essere stato travolto da un camion uscito da un deposito è la 152esima vittima sul lavoro del 2018 in Italia, che conta un preoccupante aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando i morti si fermarono a 113. Impennata anche per le denunce d'infortunio pervenute all’Inail: 380.236, 4 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2016: a livello territoriale le denunce d’infortunio aumentano al nord, soprattutto in Veneto ed Emilia Romagna, “decisivi nel saldo negativo finale i settori industria e servizi” fanno notare i sindacati, che puntano il dito contro il Testo unico sulla Sicurezza sul lavoro, varato sull’onda emotiva della tragedia della Thyssenkrupp di Torino, che il prossimo 9 aprile compirà 10 anni e ancora non del tutto attuato. Cifra tonda quest’anno anche per la normativa sulla sicurezza sul lavoro che San Marino ha adottato vent’anni fa, la 31 del 98, rimasta incompleta come fanno notare i sindacati sammarinesi. Ma le analogie con l’Italia si fermano qui. Dal 92 al maggio del 2017, mese in cui un operaio morì investito alla Cotes, gli infortuni mortali sono stati in tutto 13, perlopiù in aziende manifatturiere o di costruzioni ed impianti. Netto il calo degli infortuni sceso dai 1.119 del 2000 ai 544 del 2017, dato che in percentuale rileva ancora di più la potenza del trend: dal 6,2% del 2000 è sceso al 2,6% nel 2017. Una tendenza che non ferma la rivendicazione costante dei sindacati, che chiedono di completare la legge di un aspetto sanzionatorio di cui attualmente è priva. Anche di questo si parlerà il 1 maggio, una festa del lavoro dedicata quest’anno a trasparenza, sviluppo ed equità.
s.b
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