La prima azione di guerra dell'aviazione americana, contro le posizioni dello Stato islamico, è scattata poco prima delle 13, ora italiana. Il Presidente americano Obama proprio in giornata aveva dato il via libera ai raid, dopo settimane di estrema riluttanza. 2 cacciabombardieri FA 18 Hornet hanno allora sganciato 2 bombe da 500 libbre sugli jihadisti di Al Baghdadi. Nulla, ancora, di fronte all'avanzata nel nord del Paese di questi estremisti sunniti, che stanno travolgendo il raccogliticcio esercito governativo e le forze Peshmerga curde. Il risultato è una catastrofe umanitaria che si aggrava di ora in ora. Nel mirino soprattutto sciiti – il primo nemico di queste truppe – e cristiani. Sono decine di migliaia quelli in fuga: tantissimi in marcia scalzi, senza cibo e acqua; l'alternativa è una fine orribile. A Qaraqosh, la città cristiana occupata mercoledì dallo Stato islamico, si sono verificate gravi violenze e saccheggi."L'America interviene per aiutare le minoranze – ha detto Obama -, ma non permetteremo che gli Usa siano trascinati in un’altra guerra in Iraq". Nel frattempo è giunto anche l'appoggio della Francia, Hollande si è detto pronto a prendere parte alle azioni militari. “Condividiamo la scelta del presidente americano di intervenire – ha affermato il ministro agli esteri italiano Mogherini –; è necessario proteggere i civili iracheni e sostenere lo sforzo delle milizie curde Peshmerga. "Chiedo a tutti gli uomini di buona volontà – ha scritto Papa Francesco - di unirsi alle mie preghiere per i cristiani iracheni e per tutte le Comunità perseguitate"
Riproduzione riservata ©