In Kosovo il nostro inviato al seguito delle truppe di Kfor sta seguendo le attività di protezione della comunità serba, rafforzate in questo periodo pre-elettorale. Nella notte una pattuglia vigila su alcune enclave in aperta campagna.
Si parte dopo cena, attraversando l'abitato di Pec. L'obiettivo è vigilare sulla sicurezza di alcuni minuscoli villaggi serbi: case sperdute in mezzo di un mare d'odio. Ci fermiamo a Zac, il buio è assoluto. Qualche minuto in pattuglia e si prosegue per Osojane, dove una piccola Chiesa ortodossa resiste dai tempi della guerra. Continuiamo la perlustrazione salendo per mulattiere disastrate, verso un gruppo di case abitate solo saltuariamente. Succede spesso che i legittimi proprietari serbi trovino la loro dimora occupata da kosovari albanesi... e allora tutto è perduto.
Tutto tranquillo anche qui. Nel villaggio di Opraske un anziano – svegliato dall'abbaiare dei cani – esce di casa, pronto al peggio... ma è il mezzo di Kfor, e può tornare a dormire tranquillo.
Il giorno successivo ci rechiamo a Decani. Ma il toponimo serbo, come avviene invariabilmente, è cancellato dai cartelli, come se in questo modo si volesse togliere alla comunità in minoranza il diritto stesso di esistere. Il monastero di Decani è uno dei luoghi sacri della Chiesa Ortodossa serba.
Decani è l'ultimo monastero ancora difeso da Kfor ed è meta di continui pellegrinaggi. E' incredibile, ma i randagi che circondano questo luogo, solitamente diffidenti, riconoscono le divise dell'esercito italiano e fanno festa ai soldati. Anche questo è il Kosovo, un luogo dove è terribilmente complicato vivere e dove non c'è pietà, neppure per i morti.
l'inviato Gianmarco Morosini
Si parte dopo cena, attraversando l'abitato di Pec. L'obiettivo è vigilare sulla sicurezza di alcuni minuscoli villaggi serbi: case sperdute in mezzo di un mare d'odio. Ci fermiamo a Zac, il buio è assoluto. Qualche minuto in pattuglia e si prosegue per Osojane, dove una piccola Chiesa ortodossa resiste dai tempi della guerra. Continuiamo la perlustrazione salendo per mulattiere disastrate, verso un gruppo di case abitate solo saltuariamente. Succede spesso che i legittimi proprietari serbi trovino la loro dimora occupata da kosovari albanesi... e allora tutto è perduto.
Tutto tranquillo anche qui. Nel villaggio di Opraske un anziano – svegliato dall'abbaiare dei cani – esce di casa, pronto al peggio... ma è il mezzo di Kfor, e può tornare a dormire tranquillo.
Il giorno successivo ci rechiamo a Decani. Ma il toponimo serbo, come avviene invariabilmente, è cancellato dai cartelli, come se in questo modo si volesse togliere alla comunità in minoranza il diritto stesso di esistere. Il monastero di Decani è uno dei luoghi sacri della Chiesa Ortodossa serba.
Decani è l'ultimo monastero ancora difeso da Kfor ed è meta di continui pellegrinaggi. E' incredibile, ma i randagi che circondano questo luogo, solitamente diffidenti, riconoscono le divise dell'esercito italiano e fanno festa ai soldati. Anche questo è il Kosovo, un luogo dove è terribilmente complicato vivere e dove non c'è pietà, neppure per i morti.
l'inviato Gianmarco Morosini
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