Due settimane con tavoli vuoti. Ristoranti e bar sammarinesi dal 24 dicembre hanno potuto effettuare solo consegne a domicilio e servizio d'asporto. Un duro colpo per gli incassi, che ha fatto crescere attesa e preoccupazione per il nuovo Decreto. Il comparto chiede di poter tornare il prima possibile a lavorare in maniera regolare, nel rispetto delle norme igienico sanitarie.
I ristoratori guardano con un certo rimpianto al mese di novembre: “prima delle chiusure imposte dal decreto 221 – spiega Il Presidente di USOT Luigi Sartini – lavoravamo molto bene”. Anzi, “un novembre come quello appena trascorso – si spinge Sartini - penso non ci sia mai stato”. Tavoli sempre pieni sebbene con i limiti imposti dalle restrizioni.
Ad incidere la voglia di normalità dopo le lunghe reclusioni e soprattutto le chiusure nei territori limitrofi. Poi, un leggero calo a dicembre, “ma ci aspettavamo – aggiunge il Presidente USOT - di poter lavorare bene per le feste di Natale dove oggettivamente tutte le strutture erano già piene”.
L'ultimo decreto è stato un duro colpo: “Capiamo benissimo – spiega – la necessità delle misure prese ma quello che ci ha penalizzato maggiormente è stato il poco preavviso”. Tanti ristoranti infatti avevano già fatto scorte e acquistato i tipici alimenti natalizi, la maggior parte rimasta invenduta. Ora il comparto si aspetta i ristori annunciati, indispensabili per dare ossigeno alla categoria, perché se è vero che rispetto ai colleghi italiani i ristoranti sammarinesi hanno lavorato di più, “nel complesso – conclude Sartini – è andata anche peggio”.