Nell'ottantesimo anno dai terribili fatti della guerra, in un periodo storico segnato da nuovi conflitti alle porte dell'Europa, la memoria del passato diventa monito per il presente. Luigi Zonzini aveva solo 6 anni quando suo padre e lo zio costruirono un rifugio a Serravalle. Sono trascorsi 80 anni da allora, ma il tempo non ne ha cancellato il ricordo. Alba Montanari ha fatto tesoro di questa preziosa testimonianza, raccolta mentre scriveva il suo libro su Serravalle negli anni della guerra.
Anni feroci, crudeli, a cui San Marino ha risposto con la solidarietà dell'accoglienza. Ecco quindi che quel luogo diventa testimonianza di vita vissuta, di paura e speranza. “Sarebbe straordinario poterlo riesumare”, ci aveva detto dopo la presentazione del volume alla Reggenza. Ed eccola qui, a farsi indicare da Luigi quel pezzo di terra che richiede uno sforzo per essere immaginato così com'era, e che oggi ci racconta una storia di fatica e salvezza.
“Venivo giù con mio zio che lavorava col piccone”, ricorda Luigi. “Il rifugio era a forma di ferro di cavallo e aveva tre uscite, così se cadeva una bomba ci si poteva salvare. Oltre alla mia famiglia c'erano anche altri sfollati, persone della zona. Tra loro il dottor Mancini, di Rimini, che ha curato mio padre dalla pleurite”. Fa un certo effetto – ammette - vedere questo luogo oggi ricoperto dalle sterpaglie, e che dopo 80 anni gli mostra come è cambiato il mondo: “Di guerre ce ne sono ancora tante. Chi ha visto la guerra ha paura, chi non sa cos'è non la può immaginare”.
Alba Montanari ieri ha presentato nel suo amato Castello “Dalla Strada nuova alla via Nazionale. Serravalle 1940-1944. La guerra”. Un dono alla comunità e alle nuove generazioni, per spronarle a non perdere la conoscenza del proprio territorio, patrimonio da custodire e tramandare. “Serravalle - rimarca l'autrice - è storia locale nella storia nazionale”, che a sua volta s'inserisce nella storia del mondo.
Perché la guerra, che si sia combattuta a Monte Pulito o in un villaggio lontano dell'Ucraina, ci parla di morte, devastazione, sofferenza. Ma ci dice anche che nell'orrore può esserci coraggio, aiuto, pietà. E San Marino, in questo, è stato un esempio. “Di questi rifugi ce ne sono diversi. Perché i cittadini li hanno costruiti? Perché Serravalle era intasato di profughi. Anche questo - afferma Alba Montanari - insegna alla storia del mondo come siamo stati generosi, come abbiamo aperto i confini. Questi confini verdi noi li abbiamo nel cuore e nessuno ce li toglie”.
Nel servizio le interviste a Luigi Zonzini e ad Alba Montanari