Giunge in seconda lettura nella prossima sessione consiliare il progetto di legge che vieta l’utilizzo delle pelli di cane e di gatto per il confezionamento di capi di pelletteria e abbigliamento. Un breve ed incisivo articolato per introdurre anche a San Marino, seguendo l’indicazione di Stati Uniti e Italia, il divieto di produzione, detenzione e commercio di capi di abbigliamento e articoli di pelletteria ricavati dai pellami dei nostri amici più fidati: cani e gatti. Sancito in premessa il principio morale del rispetto degli animali, l’articolato prevede poi tutta una serie di sanzioni per i contravventori. Ogni anno vengono uccisi almeno 2 milioni di cani e gatti con lo scopo di destinare le loro pelli al mercato dell’abbigliamento. In particolare l’uso è frequente per imbottiture di capi sportivi, cappelli scarpe e guanti. Addirittura per realizzare peluche. Le pelli allo stato grezzo vengono prodotte in Cina, Tailandia, Corea e Filippine. Una volta conciate e lavorate trovano poi smercio sui mercati internazionali, Europa compresa. Commercio, quello delle pelli di cane e di gatto, che prospera grazie alla disinformazione e all’etichettatura dei prodotti, nella maggior parte dei casi, ingannevole. Produttori e commercianti tenderebbero infatti, prosegue la relazione introduttiva, a nascondere con nomi ingannevoli, che solo i più esperti sarebbero capaci di ricondurre agli animali d’affezione, la reale provenienza delle pelli per paura delle reazioni negative dei consumatori.
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