Se la legge sulla editoria verrà approvata così come uscita dalla prima lettura in Consiglio Grande e Generale, dietro la facciata dei virtuosi propositi di dotarsi di una legge che regolamenti l’ampia materia della editoria, di fatto si sta per rendere operativa una legge pasticciata, incompleta che attraverso mille procedure, di fatto ostacola la libertà di stampa.
Intanto come non segnalare che è palese come si voglia chiudere con l’approvazione di questa norma al più presto, norma che pure inizialmente aveva avuto un iter congressuale molto lento e in sordina. Al contrario altre necessità non godono di tanta priorità per l’Esecutivo, penso a provvedimenti in favore delle politiche di occupazione, stante la veloce e sostenuta crescita del tasso di disoccupazione in Repubblica negli ultimi anni.
L’articolato legislativo nella sua approvazione provvisoria prevede all’art.6 una Autorità Garante per L’Informazione di parziale nomina politica.
In netta controtendenza a quanto accade in Europa dove anche in virtù di un continuo processo di integrazione europea, si istituiscono autorità amministrative indipendenti, (le cd. Authorities) con compiti di regolazione e controllo, la cui nomina avviene esclusivamente al di fuori della sfera politica, allo scopo di garantire una maggiore imparzialità (cd. neutralità) rispetto agli interessi oggetti di controllo.
Perché nella Repubblica non si segue l’esempio europeo, discostandosi da una consolidata prassi normativa che numerose volte ha tutelato gli interessi della collettività, e facendo sì che il controllo dell’informazione avvenga nella massima imparzialità e alla luce del sole?
A completare l’analisi aggiungerei che L’Autorità al momento risulta essere una mera scatola vuota visto che risultano sconosciute sia il regolamento che si andrà ad approvare, sia le eventuali sanzioni che potrà comminare.
Un aspetto importante, che risulta tralasciato dalla discussione sulla legge in corso, È l’abuso di posizione dominante, disciplinato al comma 5 dell’art 28, tale divieto tende a favorire il pluralismo delle fonti informative, limitando la crescita dimensionale delle aziende informative in senso lato, stampa, radio, televisione internet.
Bene il summenzionato articolo di legge fissa nel 60 % il limite, sia per la raccolta pubblicitaria, sia per il mercato della carta stampata.
Tale soglia percentuale risulta essere molto elevata, quindi consentendo di fatto grandi concentrazioni in campo editoriale e pubblicitario, ricordo che in Italia tale limite è del 20 % per la tiratura complessiva e del 50 % per le copie edite in ambito interregionale, anche volendo considerare la peculiarità del mercato dell’informazione sammarinese fatta da piccole realtà con pochi dipendenti, con una sola eccezione, RTV, la televisione di Stato.
A fornire ulteriore conferma del pasticcio legislativo, abbiamo la seguente ambigua previsione: “ …e sempre che ci sia più di una testata giornalistica”.
Domanda ma se la testata informativa è solo una lo Stato cosa fa sta a guardare il monopolista? Non rientra tra i compiti del legislatore attuare politiche volte a far entrare altri operatori nel settore, promuovendo un crescente pluralismo informativo ?
Ultima osservazione, le grandi difficoltà di ordine burocratico create dai regimi autorizzatori per il riconoscimento del ruolo di giornalista , per l’accreditamento dei giornalisti stranieri, creano le condizioni sia per un Far West del settore, sia un clima propizio per un “turismo delle notizie”, ossia la pubblicazione su qualche giornale italiano di informazioni non pubblicate in Repubblica, ma che rimbalzerebbero comunque a San Marino, vista la contiguità con l’Italia.
Altre osservazioni sono possibili su una legge fatta male e troppo in fretta e in assenza di un approfondito dibattito su una materia ampia e in continuo sviluppo, visto anche l’attenzione che andrebbe posta alle nuove tendenze del mercato informativo e ai nuovi mezzi di comunicazione.
Tutto questo in un paese che mentre si fa bello nei consessi internazionali, che ospita il premio Ilaria Alpi, che in occasione del 20esimo anniversario della Giornata mondiale per la libertà di stampa ha organizzato il Convegno "Libera stampa, libero Stato", poi la libertà di stampa, quella vera nei fatti la garantisce e la promuove molto poco.
Per concludere mi sembra che alla Repubblica si possa applicare quanto affermava Indro Montanelli sulla Italia: “In Italia è meglio non cambiare mai, perché si finisce sempre per cambiare in peggio!”.
Comunicato stampa Pietro Masiello (direttivo Usgi)
Intanto come non segnalare che è palese come si voglia chiudere con l’approvazione di questa norma al più presto, norma che pure inizialmente aveva avuto un iter congressuale molto lento e in sordina. Al contrario altre necessità non godono di tanta priorità per l’Esecutivo, penso a provvedimenti in favore delle politiche di occupazione, stante la veloce e sostenuta crescita del tasso di disoccupazione in Repubblica negli ultimi anni.
L’articolato legislativo nella sua approvazione provvisoria prevede all’art.6 una Autorità Garante per L’Informazione di parziale nomina politica.
In netta controtendenza a quanto accade in Europa dove anche in virtù di un continuo processo di integrazione europea, si istituiscono autorità amministrative indipendenti, (le cd. Authorities) con compiti di regolazione e controllo, la cui nomina avviene esclusivamente al di fuori della sfera politica, allo scopo di garantire una maggiore imparzialità (cd. neutralità) rispetto agli interessi oggetti di controllo.
Perché nella Repubblica non si segue l’esempio europeo, discostandosi da una consolidata prassi normativa che numerose volte ha tutelato gli interessi della collettività, e facendo sì che il controllo dell’informazione avvenga nella massima imparzialità e alla luce del sole?
A completare l’analisi aggiungerei che L’Autorità al momento risulta essere una mera scatola vuota visto che risultano sconosciute sia il regolamento che si andrà ad approvare, sia le eventuali sanzioni che potrà comminare.
Un aspetto importante, che risulta tralasciato dalla discussione sulla legge in corso, È l’abuso di posizione dominante, disciplinato al comma 5 dell’art 28, tale divieto tende a favorire il pluralismo delle fonti informative, limitando la crescita dimensionale delle aziende informative in senso lato, stampa, radio, televisione internet.
Bene il summenzionato articolo di legge fissa nel 60 % il limite, sia per la raccolta pubblicitaria, sia per il mercato della carta stampata.
Tale soglia percentuale risulta essere molto elevata, quindi consentendo di fatto grandi concentrazioni in campo editoriale e pubblicitario, ricordo che in Italia tale limite è del 20 % per la tiratura complessiva e del 50 % per le copie edite in ambito interregionale, anche volendo considerare la peculiarità del mercato dell’informazione sammarinese fatta da piccole realtà con pochi dipendenti, con una sola eccezione, RTV, la televisione di Stato.
A fornire ulteriore conferma del pasticcio legislativo, abbiamo la seguente ambigua previsione: “ …e sempre che ci sia più di una testata giornalistica”.
Domanda ma se la testata informativa è solo una lo Stato cosa fa sta a guardare il monopolista? Non rientra tra i compiti del legislatore attuare politiche volte a far entrare altri operatori nel settore, promuovendo un crescente pluralismo informativo ?
Ultima osservazione, le grandi difficoltà di ordine burocratico create dai regimi autorizzatori per il riconoscimento del ruolo di giornalista , per l’accreditamento dei giornalisti stranieri, creano le condizioni sia per un Far West del settore, sia un clima propizio per un “turismo delle notizie”, ossia la pubblicazione su qualche giornale italiano di informazioni non pubblicate in Repubblica, ma che rimbalzerebbero comunque a San Marino, vista la contiguità con l’Italia.
Altre osservazioni sono possibili su una legge fatta male e troppo in fretta e in assenza di un approfondito dibattito su una materia ampia e in continuo sviluppo, visto anche l’attenzione che andrebbe posta alle nuove tendenze del mercato informativo e ai nuovi mezzi di comunicazione.
Tutto questo in un paese che mentre si fa bello nei consessi internazionali, che ospita il premio Ilaria Alpi, che in occasione del 20esimo anniversario della Giornata mondiale per la libertà di stampa ha organizzato il Convegno "Libera stampa, libero Stato", poi la libertà di stampa, quella vera nei fatti la garantisce e la promuove molto poco.
Per concludere mi sembra che alla Repubblica si possa applicare quanto affermava Indro Montanelli sulla Italia: “In Italia è meglio non cambiare mai, perché si finisce sempre per cambiare in peggio!”.
Comunicato stampa Pietro Masiello (direttivo Usgi)
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