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Lettera di Leonardo Maga sul libro "Il viale delle rose"

27 mar 2014
Lettera di Leonardo Maga sul libro "Il viale delle rose"
Lettera di Leonardo Maga sul libro "Il viale delle rose"
Ho appena finito di leggere il libro di Giuseppe Marzi Il viale delle rose - Storie di ebrei rifugiati nella Repubblica di San Marino durante la seconda guerra mondiale, che racconta la storia, mai raccontata prima, della comunità ebraica che venne a formarsi sul Titano nei periodi immediatamente antecedenti e, soprattutto, durante la seconda guerra mondiale. Si ritiene che la Repubblica di San Marino, che ai tempi contava 15.000 abitanti, possa aver ospitato intorno ai 100.000 sfollati, di cui 1.000 ebrei.
In tutto questo, a parte l'assoluta novità dello studio dell'autore del libro, dov'è la stranezza? Che San Marino dal 1923 era sottoposta a un regime fascista, del tutto analogo a quello italiano! Nonostante questo, però, le autorità locali non hanno mai ostacolato l'insediamento di Ebrei in fuga dalle persecuzioni, e anzi in molti casi le hanno pure agevolate. Lo stesso Giuliano Gozi, il Mussolini del Titano, ha ospitato presso casa sua profughi di religione ebraica e nascosta per conto di uno di essi perfino un tesoro in lingotti d'oro. In sostanza, quindi, le autorità sammarinesi hanno per anni portato avanti un doppio gioco sia con Mussolini sia con le autorità tedesche, mantenendo esternamente l'immagine del regime repressivo e antisemita mentre, all'interno, veniva portata avanti una gigantesca operazione umanitaria.
La storia di Giuliano Gozi, in particolare, mi ricorda quella del bulgaro Dimitar Pesev, politico nazista che però, quando i tedeschi chiesero la consegna di tutti gli Ebrei, sentì il richiamo della coscienza e lottò per salvarne il maggior numero possibile, ottenendo infine il riconoscimento di Giusto tra le nazioni. Pesev rischiò poi di pagare con la vita la sua scelta, perché alla fine della guerra la sua figura eterodossa finì per essere ostile sia ai nazisti sia ai comunisti, che successivamente presero il potere.
Questa storia quasi assurda per la sua particolarità mi spinge a effettuare tre riflessioni. In primo luogo la mia speranza è che il tutto diventi di dominio pubblico (la speranza c'è, perché il regista sammarinese Philippe Macina ha presentato quest'anno a Cannes un film che racconta questa storia, e due società spagnole ed una statunitense si sono offerte di produrlo), di modo che i soggetti più attivi nel salvataggio dei profughi ebrei vengano riconosciuti Giusti tra le nazioni dalla commissione di Yad Vashem, magari proprio lo stesso Giuliano Gozi. Uno dei profughi la cui storia viene raccontata nel libro, nel 2000, inviò allo Yad Vashem la richiesta di riconoscimento dell'opera del capitano reggente del tempo Francesco Balsimelli, ma venne respinta per insufficienza nella documentazione. In secondo luogo l'opera miracolosa compiuta da San Marino serve a rendere ridicole le argomentazioni di quei fascisti incalliti che, per giustificare la scelta codarda e vergognosa di Mussolini di collaborare alla persecuzione degli Ebrei, ritengono che questa fosse inevitabile o addirittura imposta da Hitler (falso storico clamoroso). Se un paesino di 15.000 abitanti, quasi completamente disarmato, ha potuto con coraggio e un pizzico d'incoscienza ingannare sia l'Italia fascista sia la Germania nazista, significa che una scelta diversa era del tutto possibile. In ultimo, alla luce della ricerca di Giuseppe Marzi San Marino emerge, insieme all'Inghilterra, come l'unico paese ad aver resistito sia alla tirannide napoleonica sia a quella hitleriana, con la differenza che mentre Albione è una potenza militare, la Repubblica del Titano è un piccolo residuato dell'età dei comuni neutrale e disarmato dal 1463. Essendo quindi la sua resistenza, in entrambi i contesti, basata esclusivamente su capolavori diplomatici è da considerare ulteriormente eroica.

Comunicato stampa Dott. Leonardo Maga

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