Riapre dopo due anni l’ambasciata d'Italia in Libia, primo Paese occidentale a riallacciare i rapporti diplomatici con una propria sede dal 2014. L'ambasciatore Giuseppe Perrone oggi ha presentato le lettere credenziali al premier Fayez al Serraj. "C'è sempre una situazione di rischio, ma considerato il nostro ruolo particolare in Libia - ha dichiarato Perrone all'Ansa - abbiamo deciso di fare questo investimento politico". Impostato dal ministro dell’Interno Minniti, in missione ieri a Tripoli, proprio un “progetto di memorandum d’intesa” tra i due governi, che ricalcherà quelli del 2008 e del 2012 e si muoverà lungo le direttrici del comune contrasto agli scafisti, della cooperazione antiterrorismo e della lotta a «tutti i traffici illeciti, dalla droga agli idrocarburi». In cambio, il governo italiano promette aiuti di ogni genere: mezzi navali e terrestri, strumenti, formazione, soldi. Primo frutto dunque del lavoro per l'avvio di una nuova fase di cooperazione tra i due Paesi. Ma il quadro interno alla Libia resta ancora "frammentato", ha ricordato ancora Perrone a proposito della contrapposizione tra il governo riconosciuto di Tripoli e il parlamento di Tobruk. L'accordo – per gli analisti – così com'è si configura come un'intesa a metà: “l'inclusione della Cirenaica, sotto il controllo del generale Khalifa Haftar, sarebbe di fatto strategica poiché il problema dei migranti – è la tesi - non può essere risolto solo arginando i flussi in partenza dalle coste mediterranee della Libia ma fermando quelli in entrata da sud, dai confini dell'Africa subsahariana”.
Intanto sul fronte terrorismo in Italia, è stato arrestato oggi a Roma un tunisino di 34 anni, Saber Hmidi, considerato appartenente all'organizzazione Ansar al-Sharia: per la Digos avrebbe reclutato adepti in carcere.
Intanto sul fronte terrorismo in Italia, è stato arrestato oggi a Roma un tunisino di 34 anni, Saber Hmidi, considerato appartenente all'organizzazione Ansar al-Sharia: per la Digos avrebbe reclutato adepti in carcere.
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