'La legge parla chiaro: il numero massimo consentito per una classe è 26 alunni'. Questa la spiegazione del Segretario alla Pubblica Istruzione, Francesca Michelotti per la decisione, contestata nel metodo dal sindacato, di eliminare una classe del liceo economico. Si è trattato di un puro calcolo matematico: nel suo piano cattedra, la preside aveva proposto tre classi perché gli studenti erano 53. E la decisione era stata approvata dalla Commissione partitetica, con l'avallo del sindacato. Ma poi un ragazzo ha deciso di ritirarsi, preferendo il liceo scientifico, e così l'amministrazione ha deciso di costituire due classi da 26 alunni. 'Però non ci hanno riconvocato - fa notare la Csu - e dato che sul documento c'è anche la nostra firma, si tratta di una questione di correttezza formale'. Diversa la situazione al classico, con gli iscritti in drammatico declino, ormai da qualche anno. Tanto da decidere di accorpare la classe prima, di soli 7 alunni, a quella del linguistico, che invece ne conta 12. Le materie in comune, come italiano, storia e matematica, si studieranno insieme, mentre gli studenti si separeranno per le discipline specialistiche, come latino, greco e inglese per il classico, e latino, inglese, tedesco e francese per il linguistico. 'Dal punto di vista organizzativo era più facile accorpare classico e linguistico - spiega la coordinatrice di dipartimento Rina Melandri -. Piuttosto - conclude - dovremo interrogarci seriamente sul declino di questo indirizzo di studi che pure, negli anni '50, caratterizzava la nostra scuola superiore. Forse non è riuscito ad aprirsi abbastanza alle nuove esigenze, ma faremo comunque di tutto per salvarlo, perché rappresenta la nostra storia'.
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