“Non semplicemente una missione umanitaria, ma l’inizio di un progetto di cooperazione a lungo termine”. Con queste parole, i volontari della delegazione rientrata da Beirut pochi giorni fa hanno ribadito lo spirito del progetto, nato in risposta alla richiesta di aiuto, giunta da un’organizzazione umanitaria femminile attiva nel campo profughi di Bori Al Barajneh. La delegazione, cui ha partecipato anche la sammarinese Daniela Malpeli, ha consegnato 60 chili di farmaci all’ospedale di Nabatieh, il più grande nel sud del Libano, e ha preso contatto con istituzioni, partiti e associazioni. Un duplice obiettivo dunque: portare aiuti concreti e capire la complessità della realtà libanese per mettere in piedi progetti di sviluppo e di cooperazione. Un’esperienza che ha segnato l’inizio di un impegno di collaborazione che proseguirà con due progetti. Il primo, l’importazione di vino libanese in Italia, utilizzando poi i proventi della vendita per costruire una nuova struttura sanitaria, aperta a tutti indipendentemente dalla confessione religiosa professata. La seconda iniziativa, una raccolta fondi per acquistare materiale sanitario, in particolare apparecchiature.
Riproduzione riservata ©