“Come esecutivo non siamo stati contattati dalle autorità italiane. Forse c’è stata una collaborazione tra magistratura italiana e sammarinese, ma siamo nel campo delle ipotesi, personalmente non ne sapevo nulla”. Il segretario alla Giustizia Ivan Foschi, però, non vuole gettare acqua sul fuoco, anzi, invita a tenere ben alta l’attenzione sul fenomeno delle mafie che possono arrivare ovunque, anche a San Marino. Il Titano, in effetti, era stato chiamato in causa dalla relazione annuale sulla ‘Ndrangheta, approvata all’unanimità dalla Commissione Parlamentare Antimafia. Un’indagine condotta in tandem dalla DDA di Bologna e da quella di Catanzaro avrebbe messo in luce – testuali parole – “un preoccupante circuito di riciclaggio di denaro che proveniva da una cosca mafiosa calabrese che, tramite alcune imprese con sede a San Marino, provvedeva ad immetterlo nel circuito economico legale”.
Scenario inquietante, ma possibile secondo Foschi. “Ricordo – afferma il segretario alla Giustizia – quando Pierluigi Vigna venne a San Marino; disse che il nostro sistema può prestare il fianco ad operazioni di questo tipo”. “Siamo un obiettivo sensibile – continua Foschi – e proprio per questo stiamo cercando di correre ai ripari: la nuova legge antiriciclaggio rappresenta un significativo passo avanti in questo senso”.
Richieste di attività di indagine – assicura intanto il comandante Achille Zechini – non sono giunte alla gendarmeria. “Se il fenomeno esiste davvero – conclude – è necessaria una stretta collaborazione con le autorità italiane: gli strumenti ci sono, dall’accordo di buon vicinato all’Interpol”.
E’ possibile in ogni caso, che in questi mesi, tramite rogatoria internazionale, siano state effettuate verifiche di conti correnti o partecipazioni societarie. Questo a San Marino; nel circondario la relazione parla di una significativa presenza di criminali calabresi in varie attività: dalla gestione del gioco d’azzardo al traffico di droga, alle estorsioni. Nel documento si rievoca il ferimento di Giovanni Lentini – affiliato al gruppo ‘ndranghetista capeggiato dal detenuto Mario Domenico Pompeo – avvenuto a Riccione nel 2005. Così come l’uccisione di Raffaele Guerra, a Cervia, nel 2003.
Scenario inquietante, ma possibile secondo Foschi. “Ricordo – afferma il segretario alla Giustizia – quando Pierluigi Vigna venne a San Marino; disse che il nostro sistema può prestare il fianco ad operazioni di questo tipo”. “Siamo un obiettivo sensibile – continua Foschi – e proprio per questo stiamo cercando di correre ai ripari: la nuova legge antiriciclaggio rappresenta un significativo passo avanti in questo senso”.
Richieste di attività di indagine – assicura intanto il comandante Achille Zechini – non sono giunte alla gendarmeria. “Se il fenomeno esiste davvero – conclude – è necessaria una stretta collaborazione con le autorità italiane: gli strumenti ci sono, dall’accordo di buon vicinato all’Interpol”.
E’ possibile in ogni caso, che in questi mesi, tramite rogatoria internazionale, siano state effettuate verifiche di conti correnti o partecipazioni societarie. Questo a San Marino; nel circondario la relazione parla di una significativa presenza di criminali calabresi in varie attività: dalla gestione del gioco d’azzardo al traffico di droga, alle estorsioni. Nel documento si rievoca il ferimento di Giovanni Lentini – affiliato al gruppo ‘ndranghetista capeggiato dal detenuto Mario Domenico Pompeo – avvenuto a Riccione nel 2005. Così come l’uccisione di Raffaele Guerra, a Cervia, nel 2003.
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