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Nessun velo islamico in Francia nei luoghi pubblici

14 set 2010
Nessun velo islamico in Francia nei luoghi pubblici
Nessun velo islamico in Francia nei luoghi pubblici
Il velo integrale non è benvenuto in una Francia laica e aperta poiché incompatibile con i suoi valori. Un principio che diventa legge. Il Parlamento ha detto sì, ora manca il via libera della Corte Costituzionale. Entro la primavera del 2011 alle donne verrà vietato di presentarsi in luoghi pubblici con velo integrale, burqa o niqab. 150 euro di multa per loro, fino a 30mila euro e un anno di prigione a chi le costringa ad indossarlo. Il Paese europeo con la più grande comunità musulmana in nome della libertà femminile dice no a quello che da molti è considerato espressione di fondamentalismo religioso. Prima della Francia si era mosso il Belgio che ad aprile aveva adottato una misura simile, imponendo l'obbligo di riconoscibilità. Decisamente più specifica la legge francese, che sta facendo discutere così come a suo tempo fece Jacques Chirac quando proibì di ostentare simboli religiosi in luoghi con etnie e religioni diverse. Era il 2004, e sul divieto del velo a scuola e in edifici pubblici si divise anche il mondo cattolico tra coloro che condannavano la laicità che si fa laicismo e quelli che vedevano nel velo la punta di iceberg di un progetto radicale che rifiuta l'integrazione. Il Consiglio del culto musulmano, principale organismo rappresentativo dei musulmani in Francia, ha espresso parere contrario ad un progetto "che rischia di stigmatizzare l’islam", quando il velo integrale sarebbe indossato da meno di 2.000 donne su 6 milioni di musulmani. Ma altri paesi sembrano volere seguire l’esempio francese. Se ne sta parlando in Spagna, e il ministro Mara Carfagna promette: “anche l’Italia imporrà il divieto”.

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