L’82% è giocatore più o meno accanito. E’ soprattutto il Gratta e Vinci a sedurre gli italiani.
Seguono il Superenalotto e il Lotto. Passatempi innocui nell’immaginario collettivo, dato che sono altri i giochi a cui si ricollegano le dipendenze. Eppure, c’è chi è incapace di gestire questi appuntamenti con la dea bendata.
La ricerca ci dice che un giocatore su cinque fa almeno tre giochi alla settimana e c’è persino una piccola percentuale che ne gioca almeno 5 diversi. Addirittura c’è chi arriva a spendere oltre 150 euro ogni sette giorni. Il dramma è che chi spende di più ha spesso un lavoro saltuario o precario, il 18% sono addirittura pensionati. Insomma, chi è a rischio povertà più facilmente tenta la fortuna al gioco d’azzardo.
Un dato importante e che deve fare riflettere è la volontà di isolarsi, scegliendo giochi solitari, in cui mancano le relazioni. Un Gratta e Vinci non è come una partita di carte, esclude i rapporti umani, il confronto con gli altri. Ed è la spia di un’alienazione che rende i giochi più pericolosi per l’instaurarsi di eventuali forme di dipendenza.
Oltre il 60% delle persone interpellate dichiara di giocare solo una volta alla settimana; l’11.9% più di 3 volte. Il numero maggiore di giocatori li troviamo in due fasce d’età quasi opposte: quella degli over 70, e quella dei più giovani, tra 10 e 19 anni.
L’Italia si è guadagnata un triste primato: è il primo paese al mondo per spesa procapite per il gioco d’azzardo, terza azienda dopo Fiat e Enel ad avere il fatturato più alto.
Monica Fabbri
Seguono il Superenalotto e il Lotto. Passatempi innocui nell’immaginario collettivo, dato che sono altri i giochi a cui si ricollegano le dipendenze. Eppure, c’è chi è incapace di gestire questi appuntamenti con la dea bendata.
La ricerca ci dice che un giocatore su cinque fa almeno tre giochi alla settimana e c’è persino una piccola percentuale che ne gioca almeno 5 diversi. Addirittura c’è chi arriva a spendere oltre 150 euro ogni sette giorni. Il dramma è che chi spende di più ha spesso un lavoro saltuario o precario, il 18% sono addirittura pensionati. Insomma, chi è a rischio povertà più facilmente tenta la fortuna al gioco d’azzardo.
Un dato importante e che deve fare riflettere è la volontà di isolarsi, scegliendo giochi solitari, in cui mancano le relazioni. Un Gratta e Vinci non è come una partita di carte, esclude i rapporti umani, il confronto con gli altri. Ed è la spia di un’alienazione che rende i giochi più pericolosi per l’instaurarsi di eventuali forme di dipendenza.
Oltre il 60% delle persone interpellate dichiara di giocare solo una volta alla settimana; l’11.9% più di 3 volte. Il numero maggiore di giocatori li troviamo in due fasce d’età quasi opposte: quella degli over 70, e quella dei più giovani, tra 10 e 19 anni.
L’Italia si è guadagnata un triste primato: è il primo paese al mondo per spesa procapite per il gioco d’azzardo, terza azienda dopo Fiat e Enel ad avere il fatturato più alto.
Monica Fabbri
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