Un’esecuzione in piena regola con un colpo di pistola, sembra - di piccolo calibro - sparato alla nuca da distanza ravvicinata. E’ morto così Vincenzo Di Rosa, 36 anni, di Forlimpopoli, celibe. Una vita normale, la sua, all’apparenza. Nel suo curriculum, un precedente di polizia per atti osceni in luogo pubblico che viene ritenuto insignificante. Il cadavere ai lati di via Ficocle, a Pinarella di Cervia, è stato trovato questa mattina, attorno alle 10,30 da alcuni passanti. Una zona appartata, frequentata da prostitute. La dinamica dell’uccisione, rimanda alle tradizioni criminali mafiose. La classica punizione per uno sgarro. Ma al momento sulle indagini, a cura dei carabinieri di Cervia e Ravenna, e dei magistrati Isabella Cavallari e Francesco Alvino, c’è il massimo riserbo. La scena del delitto - Di Rosa è certamente stato freddato sul posto – è stata interdetta a lungo, a tutti. Ogni particolare poteva essere decisivo per risalire all’omicida. A partire dal cellulare di Di Rosa, trovato sul posto. Le ultime telefonate della vittima saranno attentamente vagliate. Non solo per conoscere i suoi interlocutori, ma anche per stabilire l’ora della morte che – secondo una prima stima del medico legale– è avvenuta tra la mezzanotte e le sei di mattina.
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