In un messaggio al Meeting di Cl, che apre oggi a Rimini incentrandosi sulla svolta della società nel '68 e le sue conseguenze in questi cinquant'anni, Papa Francesco ha scritto: "Si torna ad erigere muri, invece di costruire ponti. Si tende ad essere chiusi, invece che aperti all'altro diverso da noi. Cresce l'indifferenza, piuttosto che il desiderio di prendere iniziativa per un cambiamento. Prevale un senso di paura sulla fiducia nel futuro".
"Ci domandiamo se in questo mezzo secolo - si legge nel messaggio del Papa, a firma del Segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, al vescovo di Rimini Mons. Francesco Lambiasi - il mondo sia diventato più abitabile. Questo interrogativo riguarda anche noi cristiani, che siamo passati attraverso la stagione del '68 e che ora siamo chiamati a riflettere, insieme a tanti altri protagonisti, e a domandarci: che cosa abbiamo imparato? Di che cosa possiamo fare tesoro?"
Il Pontefice ha inoltre sottolineato come “il cristiano non può rinunciare a sognare che il mondo cambi in meglio. È ragionevole sognarlo, perché alla radice di questa certezza c'è la convinzione profonda che Cristo è l'inizio del mondo nuovo". L'uomo non deve quindi ritirarsi dal mondo per non rischiare di sbagliare, “perché una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di muovere la storia, come recita il titolo del Meeting”.
"Ci domandiamo se in questo mezzo secolo - si legge nel messaggio del Papa, a firma del Segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, al vescovo di Rimini Mons. Francesco Lambiasi - il mondo sia diventato più abitabile. Questo interrogativo riguarda anche noi cristiani, che siamo passati attraverso la stagione del '68 e che ora siamo chiamati a riflettere, insieme a tanti altri protagonisti, e a domandarci: che cosa abbiamo imparato? Di che cosa possiamo fare tesoro?"
Il Pontefice ha inoltre sottolineato come “il cristiano non può rinunciare a sognare che il mondo cambi in meglio. È ragionevole sognarlo, perché alla radice di questa certezza c'è la convinzione profonda che Cristo è l'inizio del mondo nuovo". L'uomo non deve quindi ritirarsi dal mondo per non rischiare di sbagliare, “perché una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di muovere la storia, come recita il titolo del Meeting”.
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