La protesta dei portalettere è sospesa; nei prossimi giorni la corrispondenza sarà consegnata regolarmente con i veicoli personali dei postini e non a piedi, come annunciato. Ieri sera la svolta. Durante un incontro è stata consegnata ai segretari delle federazioni pubblico impiego una lettera, della segreteria di Stato al Lavoro, nella quale l’amministrazione si impegnava a dotare i portalettere di mezzi di trasporto pubblici entro la fine del mese di febbraio. Il documento è stato subito faxato a tutti gli uffici postali, con l’invito - dei due segretari federali - a sospendere l’agitazione fino alla scadenza della data indicata nella lettera. La mossa non è piaciuta alla rappresentanza sindacale interna dei postini, che sembra intenzionata a dimettersi. “Si è deciso di bloccare la protesta sulla base di un accordo informale – fa sapere Roberto Ciavatta –, ma noi non siamo stati avvertiti e riteniamo inaccettabili i termini dell’intesa; i portalettere – per altri 3 mesi – consegneranno la corrispondenza con mezzi propri e senza alcun rimborso”. La rappresentanza interna ha così inviato una lettera, ai vertici del sindacato, nella quale si chiedono le dimissioni dei due segretari confederali poiché – nell’occasione – avrebbero agito oltre il loro mandato. “Abbiamo ricevuto qualche telefonata di protesta da parte dei portalettere – ammette Mauro Casali –, ma la proposta della segreteria di Stato al Lavoro era vantaggiosa e ci siamo assunti le nostre responsabilità per il bene dei lavoratori”. “Le accuse di Ciavatta non mi toccano - gli fa eco Stefano Zonzini – tanto più che noi della CDLS, tra i postini, non abbiamo rappresentanti, rispondiamo solo ai nostri iscritti e comunque siamo di fronte ad una buona offerta”.
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