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“Re Nero”: restano in carcere i tre sammarinesi indagati

12 gen 2008
Guardia di Finanza
Guardia di Finanza
“Stefano Venturini deve affrontare questa vicenda giudiziaria da uomo libero.” L’avvocato Moreno Maresi, difensore del commercialista sammarinese coinvolto nell’inchiesta “Re Nero” è categorico. “Ho saputo dalla stampa che il Pm avrebbe dato parere negativo alla scarcerazione del mio assistito. Confido nel fatto che il Gip capisca che questa eventuale contrarietà è ingiustificata e incomprensibile e che sappia valutare con attenzione e soprattutto con lungimiranza una vicenda nella quale Stefano Venturini viene coinvolto per motivi che veramente non riusciamo a comprendere”. Il legale ricorda anche di avere chiesto la revoca totale di ogni forma di restrizione della libertà personale e solo in subordine gli arresti domiciliari. Siamo convinti, aggiunge Maresi, che Venturini, nel corso dell’ interrogatorio, abbia spiegato esaurientemente il suo ruolo. E’ chiaro, conclude, che in caso di rigetto, la nostra seconda strada è quella del Tribunale della Libertà. Parere negativo del Pm Fabio Di Vizio a capo dell’inchiesta “Re Nero” anche alla richiesta di scarcerazione per gli altri 2 sammarinesi Barbara Tabarrini e Stefano Ercolani chiamati a rispondere del presunto riciclaggio di denaro sporco tra la forlivese Banca di Credito e Risparmio di Romagna e la sammarinese Asset Banca. Il Presidente, il direttore dell’istituto di credito del Titano e il commercialista - consigliere in entrambe le banche - sono in carcere da una settimana e sono stati interrogati dal Gip martedì scorso. Spetta ora proprio al giudice per le indagini preliminari Rita Chierici decidere se concedere o no la revoca della detenzione carceraria anche se, la valutazione contraria del Pm potrebbe avere il suo peso. Il Gip ha 5 giorni di tempo per decidere. Nel frattempo anche i legali di Ercolani e Tabarrini, che hanno sempre negato ogni addebito, faranno ricorso al Tribunale della Libertà di Bologna. Per gli inquirenti i sammarinesi reggevano le sorti della Banca di Credito e Risparmio di Romagna. Soprattutto, accusano, sarebbe stato Stefano Ercolani a dettare le regole, indicando dove e come raccogliere i soldi in nero. Il tutto , sottolineano, compare nelle centinaia di pagine d’intercettazioni telefoniche raccolte dagli investigatori della Squadra Mobile di Forlì.

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