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Revocata la licenza d’esercizio alla agenzia investigativa CIO

7 mag 2009
La sede
La sede
“Faremo ricorso al tribunale amministrativo” così il titolare della CIO, Salvatore Vargiu, che annuncia di aver dato mandato ai suoi legali per far valere i propri diritti. L’obiettivo è ottenere l’annullamento della revoca ed anche tutelare la propria onorabilità. Con la licenza revocata infatti la CIO ha dovuto sospendere la propria attività lasciando in sospeso i casi che stava seguendo.
Lo stop alla licenza è stato notificato all’agenzia investigativa dall’Ufficio industria sulla base di una delibera del Congresso di Stato del 4 maggio. La motivazione addotta è aver menomato il prestigio e gli interessi della Repubblica.
Nei mesi scorsi sulla stampa si riportò la vicenda di un collaboratore dell’agenzia che – fermato da una pattuglia – avrebbe detto di lavorare per il Governo di San Marino. “Smentisco questa circostanza categoricamente. E dalla relazione di servizio si evince che i fatti – dichiara Vargiu – non si svolsero così. Noi all’epoca abbiamo asserito di avere l’autorizzazione ad operare e non di lavorare per il Governo che è tutt’altra cosa”.
Vargiu ammette di essere stato denunciato dalla Questura di Pesaro ma è certo di essere dalla parte della ragione. “Abbiamo delegato quell’investigazione – dichiara – ad un’agenzia italiana con un regolare contratto di appalto. Il mio certificato penale – aggiunge – è pulito”. La Cio acquisì una certa notorietà alla fine di agosto dello scorso anno quando rintracciò e consentì il rientro a casa della piccola Ambra dopo una lunga separazione forzata dal fratellino gemello e dalla madre Yudelka.

Luca Salvatori

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