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A Rimini la serata “Di malagiustizia si muore”, in memoria di Enzo Tortora

13 giu 2013
A Rimini la serata “Di malagiustizia si muore”, in memoria di Enzo TortoraA Rimini la serata “Di malagiustizia si muore”, in memoria di Enzo Tortora
A Rimini la serata “Di malagiustizia si muore”, in memoria di Enzo Tortora - Organizzata dalle associazioni Papillon, Iniziativa Radicale e Luca Coscioni con il patrocinio del C...
Sono passati 30 anni dal clamoroso arresto di Enzo Tortora, 25 dalla sua morte, ma quel caso giudiziario resta uno dei più velenosi e complessi della storia d'Italia, in cui “la magistratura mostrò il suo lato oscuro”. Lo ricorda il giornalista RAI Valter Vecellio che insieme ad altri radicali - quali Pannella, l'attuale ministro Bonino e Giuseppe Rippa - fece di Enzo Tortora il simbolo della giustizia ingiusta. “Sbatti il mostro in prima pagina”, e così fu – racconta Vecellio. Le immagini dell'arresto, il 17 giugno 1983, l'atteggiamento tenuto da certa stampa a testimoniare la gogna mediatica cui il giornalista e conduttore televisivo andò incontro. Negli stessi giorni l'amico Enzo Biagi controcorrente su "La Repubblica", in un'editoriale pungente verso i censori della prima ora. Il 15 settembre 1986 Enzo Tortora fu assolto con formula piena dalla Corte d'appello di Napoli. A chi lo accusava di avere due vite - quella di giornalista e conduttore televisivo senza macchia apparente, e quella di “venditore di morte” da affiliato alla camorra - rispose sempre con volontà inflessibile. E' l'ultima compagna, la giornalista Francesca Scopelliti, a ripercorrerne la vicenda umana e personale, a spiegare perché nonostante il torto subito Tortora non abbia mai rinunciato a lottare. Alla fine riuscì a vincere la battaglia a difesa della propria onorabilità, ma non quella contro la malattia, perché “di Malagiustizia si muore”. L’iter processuale, gli accusatori (pentiti e giudici), tutto viene ripercorso nell'intervento di Paolo Gasperoni, vicepresidente delle Camere penali di Rimini. Nessuno ha veramente pagato per gli errori commessi. E anche la politica ha le sue colpe, dimostrandosi incapace di approfondire la vicenda per trovare la cura a questo sistema malato – si è detto. In mezzo a tutto ciò comunque un lascito morale: legalità e giustizia.

Silvia Pelliccioni

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