Dal 17 luglio il jackpot - nome mirabolante del buon vecchio montepremi - ha sfondato i 100 milioni e da allora fino a martedì scorso ha raggiunto e superato i 116 milioni; terza giocata al superenalotto della storia e la più alta al mondo in questo momento. Quote stellari in tempi di magra e con la crisi galoppante che c’è, tutti giocano da casa o al bar tentando la sorte: dea bendata, fortunaccia sfacciata o colpo di nobil lombo proprio sotto al cuore… Insomma le giocate sono aumentate del 35% e se il montepremi dovesse tenere ne vedremmo delle belle in questa estate incerta ormai alla fine il 6 si avvicina. Il numero d’oro manca da un tempo lungo quasi come per l’ultimo jackpot di Bagnone del 2009 a Massa Carrara, che fruttò 148 milioni e manco una lira di riconoscimento al piccolo comune patria dell’evento (e della cipolla), al quale il supervincitore non lasciò alcunché di donazione, neanche per la fontana del paese o la chiesa della Lunigiana, ci dice il sindaco di Bagnone, Gianfranco Lazzeroni, che forse il suo minaccioso cognome avrebbe potuto usarlo all’indirizzo dell’avaro milionario, si pensa toscano, ma di una “contrada” avversa.
Francesco Zingrillo
Francesco Zingrillo
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