I resti del poeta e premio Nobel cileno Pablo Neruda, morto nel settembre 1973, qualche giorno dopo il colpo di Stato di Augusto Pinochet, saranno riesumati il prossimo 8 aprile al fine di chiarire le circostanze della sua scomparsa: lo ha indicato una fonte giudiziaria. Il giudice Mario Carroza aveva riaperto nello scorso giugno il dossier sulla controversa morte dello scrittore e diplomatico comunista, Premio Nobel per la letteratura 1971. Neruda, secondo la versione ufficiale, sarebbe morto per un cancro alla prostata il 23 settembre del 1973, 12 giorni dopo il colpo di Stato contro il suo amico e presidente socialista Salvador Allende. Tuttavia, recenti testimonianze hanno rimesso in discussione questa versione, evocando un omicidio ordinato dalla dittatura, per evitare che Neruda diventasse, dall'esilio per cui si apprestava a partire, un oppositore di prestigio. Nel 2011 l'ex segretario personale e autista di Neruda, Manuel Araya, ha dichiarato che il suo datore di lavoro, ricoverato in ospedale, aveva subito una misteriosa iniezione poco prima di morire. Il partito comunista cileno, anchéesso convinto del suo assassinio, si è rivolto alla giustizia nel dicembre scorso per chiedere la riesumazione della salma del poeta, sepolto vicino a sua moglie Matilde Urrutia a Isla Negra, sulla costa del Cile. La giustizia cilena ha recentemente rivisto le circostanze di altre morti avvenute sotto la dittatura: in maggio ha riesumato le spoglie dello stesso Allende, per determinare se si fosse suicidato o fosse stato ucciso. Gli accertamenti hanno confermato la tesi del suicidio. Un'altra inchiesta è volta ad accertare le circostanze della morte di un altro oppositore: l'ex presidente Eduardo Frei Montalva, morto nel 1982 dopo una operazione chirurgica non particolarmente a rischio.
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