In Siria la propaganda rende sempre più difficile una corretta lettura della situazione sul campo. Fonti anti-governative, nelle ore precedenti, avevano diffuso la notizia della scoperta di una fossa comune, ad Homs, contenente i cadaveri mutilati di 26 bambini e 21 donne. Secondo gli attivisti si trattava di vittime del regime e la notizia era stata immediatamente rilanciata da Al-Jazeera, Al-Arabya e dai media occidentali. Opposta la versione di Damasco. L’agenzia Sana – citando nomi e cognomi di testimoni – sostiene che le persone uccise erano invece state in precedenza rapite da gruppi armati dell’opposizione, perché vicine al Governo. Alcune salme sono state riconosciute dai parenti. Già in precedenza gli attivisti avevano mostrato fotografie e video di stragi, attribuendole alle forze di Damasco, quando in realtà le parti erano invertite. Intanto continuano gli attentati dinamitardi di gruppi terroristici alle condutture che portano petrolio alla provincia di Hama. Attivisti infine parlano dell’esplosione di un’autobomba a Daraa, che avrebbe provocato la morte di una ragazza e il ferimento di 25 persone. Resta il mistero su chi siano i responsabili dell’attentato.
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