In Siria ormai è il sesto mese di rivolta contro il regime di Assad. Almeno otto persone sono rimaste uccise ieri sera durante alcune operazioni delle forze di sicurezza e dell'esercito, mentre gli attivisti si preparano ad un nuovo giorno di manifestazioni. E non hanno intenzione di interrompere la rivolta malgrado la repressione abbia provocato, secondo l'Onu, più di 2.600 morti, per lo più civili. Sul fronte internazionale la Russia, alleata della Siria, si rifiuta di votare la risoluzione che condanna il regime per la dura repressione. Le organizzazioni terroristiche rischiano di imporsi se il presidente Assad dovesse cadere – ha affermato un responsabile del ministero degli Esteri russo. La Russia si è espressa ieri anche sulla Libia. Ritiene che la minaccia terroristica si stia rinforzando anche lì e che con il crollo del regime di Gheddafi, enormi depositi di armi siano stati saccheggiati da Al Qaida.
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