L’annuncio del presidente Assad di elezioni a maggio - convocazione definita dagli Usa “ridicola” - non ferma le violenze. L’Italia, intanto, ha sospeso l'attività dell'Ambasciata a Damasco e rimpatriato lo staff della sede diplomatica. La Farnesina rende noto che la decisione è stata presa insieme con i principali partner dell'Unione Europea, anche in considerazione delle gravi condizioni di sicurezza. “L'Italia – si legge in una nota del ministero - continuerà a sostenere il popolo siriano e a lavorare per una soluzione pacifica della crisi”. All’orrore delle uccisioni - più di ottomila, dall’inizio della rivolta – si affianca il dramma dei profughi. In sole due settimane sono state 5.000 le persone che hanno raggiunto la Turchia per sfuggire agli scontri. L'inviato dell'Onu e della Lega Araba Kofi Annan riferirà venerdì prossimo sulla sua missione in Siria al Consiglio si Sicurezza delle Nazioni Unite, che si appresta a discutere una nuova bozza di risoluzione sulla crisi siriana elaborata dagli Stati Uniti e dai suoi alleati europei. Si guarda alla Russia, che fino ad oggi sull’argomento ha innalzato un muro. “Non difendiamo il regime ma la giustizia”, ha detto il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov.
Riproduzione riservata ©