Prima a Forlì, con 20 ordinanze di custodia cautelare nell’ambito di una inchiesta sullo smaltimento di rifiuti ad altissimo pericolo per la salute: 4 tonnellate di sostanze nocive gettate nei terreni agricoli causando l’inquinamento delle aree, la contaminazione delle acque e delle coltivazioni di vegetali destinati alla catena alimentare. 4 mesi dopo, a Rimini, la Guardia di Finanza denuncia per smaltimento illecito di rifiuti i responsabili di 4 aziende del riminese e di una di Gambettola. In questo caso si tratta di imballaggi metallici contaminati da sostanze pericolose, filtri d’olio e motori elettrici. In dieci anni, in Italia, il giro d'affari del traffico illegale dei rifiuti ha toccato quota 132 miliardi di euro. Le Fiamme gialle, tra gennaio 2003 e ottobre 2004, hanno sequestrato 745 discariche abusive, 1 milione 580mila tonnellate di rifiuti industriali smaltite illecitamente, verbalizzando 5.900 soggetti con 3.361 denunce e 36 arresti. «Se nel meridione - ha affermato il comandante dei Carabinieri per la Tutela dell'ambiente, Raffaele Vacca - gli interessi economici legati alla gestione del ciclo dei rifiuti si esprimono con il controllo della criminalità organizzata, nel settentrione un'imprenditoria “deviata” ricerca la complicità e il sostegno delle amministrazioni locali e della burocrazia corrotta». Come è emerso dall'operazione Rudolph che, proprio a Forlì, ha portato all'arresto di 20 persone tra imprenditori e funzionari pubblici. Un settore, quello dello smaltimento illegale, hanno rilevato le Forze di Polizia, che attiva tutta una filiera di soggetti, «dove non c'è concorrenza spietata, dove non si spara e il volume è talmente alto da soddisfare tutti gli appetiti».
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