“South out there – Progetti per il sud del mondo”. Un titolo che da sé racchiude il senso del ritorno di San Marino alla biennale di Venezia. Un ritorno in grande stile, dopo 22 anni di assenza – la mostra sarà allestita a Palazzo Zorzi – ma soprattutto un ritorno carico di significato per l’identità culturale della Repubblica. “Una mostra dove si incrociano ricerca e didattica” ha detto il segretario alla Cultura, Francesca Michelotti. “Un luogo di incontro tra le esigenze dell’Africa e le capacità progettuali d’Europa”.
La mostra illustra i risultati di un lavoro condotto nel corso di laurea in Disegno industriale ed è tassello del più grande progetto Atelier Rwanda. Un luogo già esistente e funzionante a Kigali, capitale del Rwanda, dove Soroptimist San Marino ha fondato il Centro di formazione San Marco. E il ritorno alla Biennale di Venezia, per San Marino, viaggia sullo stesso binario: “Il design per, e nel sud, del mondo – ha aggiunto Leo Marino Morganti –. L’arte, la scienza e la tecnica oggi hanno una loro ragione di essere in quanto strumenti al servizio dell’uomo”.
“Consapevoli che la cultura debba essere esportata e messa a disposizione dei popoli e delle istituzioni – ha concluso la Reggenza – auspichiamo che il prestigioso rientro della Repubblica alla Biennale di Venezia rappresenti una ulteriore affermazione della nostra cultura di pace e di solidarietà”.
San Marino, a Venezia, avrà anche un suo fondaco che nella tradizione veneziana rappresenta il luogo dove ci sta la “roba”. Nel fondaco sammarinese ci saranno idee e progetti di un piccolo Stato orgoglioso di una lunga storia.
La mostra illustra i risultati di un lavoro condotto nel corso di laurea in Disegno industriale ed è tassello del più grande progetto Atelier Rwanda. Un luogo già esistente e funzionante a Kigali, capitale del Rwanda, dove Soroptimist San Marino ha fondato il Centro di formazione San Marco. E il ritorno alla Biennale di Venezia, per San Marino, viaggia sullo stesso binario: “Il design per, e nel sud, del mondo – ha aggiunto Leo Marino Morganti –. L’arte, la scienza e la tecnica oggi hanno una loro ragione di essere in quanto strumenti al servizio dell’uomo”.
“Consapevoli che la cultura debba essere esportata e messa a disposizione dei popoli e delle istituzioni – ha concluso la Reggenza – auspichiamo che il prestigioso rientro della Repubblica alla Biennale di Venezia rappresenti una ulteriore affermazione della nostra cultura di pace e di solidarietà”.
San Marino, a Venezia, avrà anche un suo fondaco che nella tradizione veneziana rappresenta il luogo dove ci sta la “roba”. Nel fondaco sammarinese ci saranno idee e progetti di un piccolo Stato orgoglioso di una lunga storia.
Riproduzione riservata ©