Era il 29 novembre del 1947, quando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la risoluzione 181, che stabiliva la creazione di 2 Stati, uno arabo e l'altro ebraico, con Gerusalemme sottoposta ad un regime internazionale speciale. Ma tutto ciò rimase sulla carta, con tutte le conseguenze che ne derivarono. “Nonostante si parli di Pace – sottolinea allora SSD, in un comunicato – risulta amaro constatare come la vita degli israeliani e dei palestinesi sia totalmente separata”. Secondo Sinistra Socialista e Democratica, affinché sia garantita la stessa sicurezza di Israele, è fondamentale che ci sia “uno Stato Palestinese, con il pieno riconoscimento internazionale della sua indipendenza”. Una ricorrenza, quella istituita dall'ONU, che cade in un momento particolare: prosegue, infatti, il processo di riconciliazione tra Hamas e al-Fatah; che dovrebbe portare al trasferimento, all'Anp, dell'amministrazione di Gaza. Periodo delicato, invece, per le Istituzioni dello Stato ebraico, anche se sembrerebbe scongiurata la crisi di Governo apertasi nei giorni scorsi, con le dimissioni del ministro alla sanità. Tutto ciò mentre da settimane – a Gerusalemme, e non solo – si susseguono manifestazioni, contro le leggi sull'arruolamento, degli Haredim: fazione conservatrice dell'ebraismo ortodosso. Tensioni sfociate anche in scontri con le forze dell'ordine. A preoccupare anche il deterioramento dei rapporti con il Libano, il cui Presidente – Michel Aoun – ha parlato di “continue violazioni”, da parte di Israele, della risoluzione 1701: con la quale l'ONU aveva posto fine, nel 2006, alla seconda guerra israelo-libanese. Beirut punta il dito – in particolar modo – contro le violazioni, del proprio spazio aereo, da parte di aerei militari israeliani.
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