Dopo il fermo biologico di un mese, i pescatori hanno ricominciato a calare le reti in mare. Da questa mattina, quindi, il pesce fresco è tornato sulle nostre tavole. Il fermo - per favorire la riproduzione della fauna marina - è iniziato il 4 agosto ed ha interessato il medio e alto Adriatico. Il blocco di 30 giorni ha riguardato solo la pesca a strascico e volante; quella piccola, che viene fatta con le reti da posta o con le nasse, non è stata toccata dal provvedimento. E’ ancora presto per dire come sia andata, le marinerie vogliono aspettano qualche giorno prima di sbilanciarsi. Di certo c’è che la fine del fermo non coincide con la fine delle polemiche. I problemi che preoccupavano i pescatori e che questa estate li avevano portati a far sentire la propria voce anche in sede europea non sono stati risolti. In cima alla lista c’è il caro benzina, una delle ragioni che ha fatto incrociare le braccia alla categoria. Giancarlo Cevoli, presidente della “Lavoratori del Mare”, spiega con amarezza che per loro non è stato fatto praticamente niente. “Ci aspettavamo qualcosa in più – dice - di qualche debole incentivo alla barche degli armatori.” Il caro gasolio ha messo in ginocchio soprattutto i proprietari di grossi e medi pescherecci. “ Speriamo – conclude Cavoli – che almeno ci sia il pesce.”
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