È da oggi operativa la vasca per il travaglio in acqua installata in una delle sale parto dell'Ospedale di San Marino.
Il progetto parte dal 2013, con l'acquisto della vasca, ma si sono resi necessari interventi di rinforzo in alcuni locali dell’Ospedale che ne hanno ritardato l’utilizzo.
Contenti dal Reparto Ostetricia e Ginecologia nel poter offrire ciò che le donne chiedevano da tempo: una maggiore assistenza e personalizzazione durante il travaglio, oltre che a un minor dolore. Poter stare in acqua nella fase del travaglio, infatti, esercita un effetto rilassate sul corpo della donna e aiuta a percepire meno dolore. Studi internazionali confermano che tra le donne che partoriscono con questa modalità diminuisce la richiesta di anestesia epidurale.
"È un approccio differente e più dolce - ha detto il Direttore Generale dell'ISS Andrea Gualtieri - per accompagnare la donna e il nascituro in questo percorso difficile".
Per garantire una maggiore sicurezza la saletta comunica con una camera parto tradizionale. Prevalentemente si cerca di effettuare solo il travaglio in acqua per poi spostarsi in sala parto, ma se dovesse essere inevitabile, allora il personale è adeguatamente formato per effettuare anche il parto in acqua, che non ha effetti negativi, in quanto il neonato continua a respirare attraverso gli scambi gassosi garantiti dal cordone ombelicale, sino a quando non affiora in superficie a una temperatura che favorisca i primi atti respiratori.
La stanza si presenta come un'ambiente accogliente: "Le donne devono stare bene in quei momenti - ci tiene a precisare il direttore Miriam Farinelli - perché il parto segna il cuore".
Il servizio è disponibile non solo per donne sammarinesi.
"Una paziente italiana ad esempio - ha detto la dottoressa Farinelli - può utilizzare privatamente questa struttura come se fosse una casa di cura ad un costo che si aggira attorno ai 1600 euro, così come un parto spontaneo".
Sulla questione diminuzione nascite degli ultimi anni, nessun aumento nei primi mesi del 2018, anno che si prevede con un andamento simile al 2017.
Nel video l'intervista al direttore dell'UOC Ostetricia e Ginecologia, Miriam Farinelli.
Silvia Sacchi
Il progetto parte dal 2013, con l'acquisto della vasca, ma si sono resi necessari interventi di rinforzo in alcuni locali dell’Ospedale che ne hanno ritardato l’utilizzo.
Contenti dal Reparto Ostetricia e Ginecologia nel poter offrire ciò che le donne chiedevano da tempo: una maggiore assistenza e personalizzazione durante il travaglio, oltre che a un minor dolore. Poter stare in acqua nella fase del travaglio, infatti, esercita un effetto rilassate sul corpo della donna e aiuta a percepire meno dolore. Studi internazionali confermano che tra le donne che partoriscono con questa modalità diminuisce la richiesta di anestesia epidurale.
"È un approccio differente e più dolce - ha detto il Direttore Generale dell'ISS Andrea Gualtieri - per accompagnare la donna e il nascituro in questo percorso difficile".
Per garantire una maggiore sicurezza la saletta comunica con una camera parto tradizionale. Prevalentemente si cerca di effettuare solo il travaglio in acqua per poi spostarsi in sala parto, ma se dovesse essere inevitabile, allora il personale è adeguatamente formato per effettuare anche il parto in acqua, che non ha effetti negativi, in quanto il neonato continua a respirare attraverso gli scambi gassosi garantiti dal cordone ombelicale, sino a quando non affiora in superficie a una temperatura che favorisca i primi atti respiratori.
La stanza si presenta come un'ambiente accogliente: "Le donne devono stare bene in quei momenti - ci tiene a precisare il direttore Miriam Farinelli - perché il parto segna il cuore".
Il servizio è disponibile non solo per donne sammarinesi.
"Una paziente italiana ad esempio - ha detto la dottoressa Farinelli - può utilizzare privatamente questa struttura come se fosse una casa di cura ad un costo che si aggira attorno ai 1600 euro, così come un parto spontaneo".
Sulla questione diminuzione nascite degli ultimi anni, nessun aumento nei primi mesi del 2018, anno che si prevede con un andamento simile al 2017.
Nel video l'intervista al direttore dell'UOC Ostetricia e Ginecologia, Miriam Farinelli.
Silvia Sacchi
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