Twitter e Facebook hanno bloccato i relativi account di Donald Trump. È giusto tale provvedimento? Se lo chiede Fabio Andreini, presidente Asi. Si inserisce in un dibattito che sta infiammando i social media, non a caso l'hashtag #DonaldTrump e #Trumpbanned sono di tendenza.
Quella di Andreini è una posizione personale, ma ritiene che la libertà di espressione, di parola, di stampa e anche di satira, siano libertà fondamentali dell'essere umano e devono essere la base per la costituzione di una società evoluta, democratica e civile. "Questo però non si può confondere con la libertà di produrre e divulgare notizie false che in qualche modo possono arrecare danni economici e sociali anche gravi - scrive - È innegabile che Trump abbia basato la sua carriera politica proprio sulle notizie false". Il presidente Asi si domanda sul ruolo che dovrebbero avere le piattaforme di social (network) media.
I social media non sono la causa del problema, il problema è a monte, semmai sono il mezzo, però in quanto aziende private utilizzate da miliardi di persone, dovrebbero avere un atteggiamento neutro o prendere posizione? Servirebbero delle policy pubbliche di regolamentazione? Le "fake news" andrebbero combattute con ogni mezzo.
Oggi le notizie false si propagano molto più velocemente di quelle vere, scrive Andreini. "Presentano un fascino tutto loro", che si traduce in una maggiore condivisione. Per il presidente Asi finora le piattaforme non hanno fatto molto per arginare il fenomeno, anzi è stato proprio ingigantito grazie ai loro algoritmi.
"Detesto, come sapete, ogni forma di censura - conclude Fabio Andreini - ma qui non si tratta di questo, si tratta di salvaguardare l'ordine democratico e le libertà individuali. Sicuramente le varie piattaforme dovranno prendere una posizione precisa su questi temi. Hanno la responsabilità di arginare il problema con strutture e policy, prima che sia troppo tardi".